19 aprile 2020

19.4.20

Riflessioni ad alta voce: Atac e la fase 2.

Si avvicina la data (ipotetica) della "fase 2" dell'era del COVID 19 ed in ATAC si studia e si dice di tutto e di più...


...e noi non possiamo che farci le nostre piccole riflessioni ad alta voce.

Partiamo anzitutto dalle comunicazioni ufficiali:


L'infoatac già da prima di pasqua (piena fase 1 di lockdown) ha cominciato a twittare le norme di distanziamento sociale che gli utenti sarebbero tenuti ad adottare: 1 metro di distanza, posti alterni, posti limitati etc.

Tante belle parole che però nei fatti, con il servizio penoso che atac sta offrendo, restano solo buoni propositi. Soprattutto se si parla di autobus dove il distanziamento sociale è un'autentica chimera: da un lato abbiamo gli autisti che per paura di essere infettati allargano a dismisura 'la zona proibita', dall'altro lato abbiamo un livello di servizio totalemente inadeguato alle reali necessità dell'utenza. Basti vedere una immagine che il nostro amico bloggeruccio Mercurio ha postato l'undici di aprile per renderci conto di cosa parliamo:


La ressa per prendere il 791,
che passa una volta ogni morte di papa.

Come si può pensare di far rispettare le distanze alla gente imponendo il numero chiuso sui bus?
Come puoi convincere la gente a non salire su un bus 'saturo' promettendogli che ne passerà uno dopo pochi minuti?

Conosciamo bene quanto inattendibili siano ad oggi a Roma le app dei tempi di attesa, tra bus non tracciati dai sistemi, bus tracciati dai sistemi ma fuori servizio e bus inesistenti ma inspiegabilmente tracciati.

Le soluzioni che circolano per il momento sono le più improbabili se non impossibili da realizzare in pochi giorni: 
  • si traccia la concentrazione media dei telefonini in un'area vicina alla fermata e si calcola quanta gente sta aspettando e di conseguenza i bus necessari. Il tutto, lo si vorrebbe, rispettando l'anonimato della gente. Peccato che anche con un dato attendibile non si possa sapere quale sia la linea che queste persone stanno aspettando.
  • varare un servizio 'a chiamata' o con prenotazione del posto. Qualcuno forse ricorderà il famoso chiamabus che, sperimentato diversi anni fa su alcune linee atac periferiche, venne immediatamente dismesso perchè inefficace ed inefficiente. Oltre ai tempi di attesa dal momento della chiamata (il bus deve partire dal capolinea) c'è anche da considerare i casi in cui la gente abbandona la fermata e si arrangia in altro modo o decide di usare un'altra linea o ancora chiama 'a buffo' un bus che non è sicura di utilizzare. Se poi parliamo di prenotare il posto la cosa si complica ancora di più viste le migliaia e migliaia di fermate sparse per il territorio della capitale.

Una soluzione 'vera', che probabilmente i capoccioni atac non hanno ancora considerato, la suggeriamo noi, basandoci su un'iniziativa di Alitalia.

Con l'arrivo del lockdown in tutta italia i collegamenti aerei tra Roma e le isole è stato ridotto a 2 voli quotidiani Roma-Palermo e Roma-Catania. Malgrado i divieti in vigore le persone che hanno la necessità di usufruire di questi voli è stata di gran lunga maggiore rispetto alla capacità nominale dei voli stessi, capacità che è stata ridotta per rispettare le distanze di sicurezza tra passeggero e passeggero.


La soluzione, dopo i primi problemi di sovraffollamento, è arrivata quasi subito: alitalia ha deciso di utilizzare gli A330, gli airbus più capienti che normalmente utilizza per i voli intercontinentali e che garantiscono la distanza sociale necessaria al contenimento della pandemia.


Se volessimo fare lo stesso ragionamento per ATAC, la soluzione dovrebbe anzitutto essere, per quanto possibile, quella di utilizzare esclusivamente i Jumbo-Bus (quelli che non sono ancora andati a fuoco) e i mezzi più capienti. Ovviamente questo tipo di mezzi sono pochi: siamo comunque lontani da una soluzione efficace.


E allora?

Allora non ci resta che augurarci e augurarvi buona fortuna.


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