28 aprile 2018

28.4.18

Conversazioni pericolose...

Puntata all'insegna delle domande pericolose fatte all'InfoATAC.

Argomento del contendere è la stazione La Giustiniana della Roma-Civita-Viterbo, gestita da ATAC: la mancanza di vigilanza permette a molti utenti di oltrepassare i tornelli senza aver pagato il biglietto. La segnalazione di Elyna viene prontamente 'presa in carico' dall'addetto che scrive di aver girato la segnalazione:

Il dubbio che però appare evidente è "chi se ne occuperà" di tale segnalazione, non essendo prevista alcuna vigilanza fissa presso tale stazione-fantasma.


Dubbio che viene palesato da Franco che si vede "rintuzzato" da una pseudo-domanda dell'addetto cialtrone.

Ma Franco, impavido, insiste nel conoscere la trafila della segnalazione e le responsabilità sul problema, ricevendo l'ennesima non-risposta dall'addetto infoatac che parla di un non meglio precisato "ufficio competente" senza ulteriori dettagli significativi.
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27 aprile 2018

27.4.18

Stop della Metro B: quello non vi hanno raccontato.

Ieri (26 aprile ndr) è stata una giornata campale per l'utenza del trasporto pubblico romano.

Sono quasi le 7 del mattino e alcuni utenti segnalano "pulviscolo presente all'interno delle stazioni" della metro b: subito scatta la macchina dello sgombero di tutta la linea e nel giro di pochi minuti si crea un caos generale che durerà più di due ore. Alcuni giornali parlano di "panico dei viaggiatori" come causa scatenante e attribuiscono a Enrico Stefano tale dichiarazione. Lui, da twitter, smentisce la notizia di aver pronunciato "panico". Potremmo essere polemici e ipotizzare abbia usato sinonimi di panico oppure insistere sulle motivazioni che hanno spinto a chiudere tutte le stazioni della metro b, o sulla mancanza di comunicazione durante lo sgombero, o ancora come mai in fase di sgombero della stazione termini alcune uscite d'emergenza sono state chiuse, o della disorganizzazione delle navette. No, niente di tutto ciò.

Oggi vi racconteremo la versione reale dei fatti.

Roma, stazione Piramide, 26 Aprile 2016, ore 6.35 del mattino: un manipolo di 35 persone tesserate Partito Democratico salgono sui convogli della metro B. Tra i loro capelli portano una pericolosa sostanza chimica chiamata volgarmente forfora.


Stazione termini, ore 6.59: in contemporanea i 35 loschi individui scendono dal treno agitando le chiome e spargendo nell'aria il terribile pulviscolo.

Stazione termini, ore 7.01: coordinati da un gesto del capo del gruppo i 35 sganciano all'unisono una puzzetta paurosa, frutto della mangiata della sera precedente a base di fagioli e ceci trattati con le letali sostanze di cui sono fatte le scie chimiche: al pulviscolo liberato negli ambienti si aggiunge un preoccupante odore di bruciato.

Stazione termini, ore 7.05: gente impaurita dall'atmosfera infernale della stazione comincia a picchiettare ripetutamente sui vetri del gabiotto dove alcune guardie giurate e dipendenti dell'atac stanno riposando mentre altre sono intente a partecipare alla finale aziendale di candy crush saga tramite i potentissimi smartphone di cui sono dotati: è il panico generale.


Linea B, ore 7.10: addetti e guardie giurate interrompono la finale di candy crush (altri si svegliano dal pisolino mattutino) e decidono di organizzare un'azione congiunta di ritorsione sull'utenza, rea di averli disturbati nel loro quotidiano cazzeggio: optano dunque per lo sgombero generale della linea senza diffusione di informazioni in merito.


Stazione termini, ore 7.15: una delle guardie giurate sente lo strano odore provenire dai binari e, credendo che la puzza venga da fuori si dirige con passo spedito a chiudere alcune uscite di sicurezza. "Pensavo che fosse stato Gino u puorc'" adducendo al senzatetto che si aggira quotidianamente per il piazzale della stazione, noto alle guardie per il suo particolare odore di monnezz che con il caldo primaverile si accentua così tanto da essere anche soprannominato "er secchione".

Nel frattempo sui vari social e nel castello della Regina Linda e nel maniero del prode Nàtale Enrichi (se non li conoscete vi suggeriamo di visitare la nostra rubrica 'favolette') si diffonde la notizia dell'accaduto e scattano immediatamente le contromisure:
  • arieggiamento immediato dei locali: porte, finestre, abbaini e botole vengono aperte per consentire una rapida dispersione del pestilenziale odore che ormai si è impadronito di tutta la tratta della metro b e parte della tratta della metro a
  • attivazione degli aspirapulviscolo: dei potentissimi aspiratori modello "Lapo Ellkam 3500" in grado di aspirare e bonificare in pochi secondi fino a 100 metri cubi di aria impolviscerata
  • attivazione del dispositivo di conferenza stampa: apertura della sala dove poter ospitare le orde barbare di giornalisti carichi di domande e trascrizione della versione romanzata dell'accaduto (quella che poi hanno raccontato a voi)
  • attivazione del diversivo anti pd: diffusione incontrollata di notizie atte a distrarre il pubblico dal problema tra cui rinvio del referendum a data da destinarsi.

Ovviamente vi hanno raccontato altro e vi hanno chiesto di fidarvi.
A voi la scelta.
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27.4.18

La buona novella...

...una volta ogni tanto vogliamo premiare la mancata cialtronaggine dell'addetto infoatac; un evento più unico che raro.
Iniziamo con Daniel che chiede notizie della linea del 118 dando un codice fermata errato. A questo punto, di norma, l'addetto dell'infoatac risponderebbe con il messaggio sottinteso "se non ci dai il codice non ti rispondo".

MA ECCO IL MIRACOLO!

L'addetto dell'infoatac prova ad "indovinare" il codice fermata dando anche i tempi di attesa!


Il codice purtroppo non è quello desiderato dal cliente e la situazione si conclude con brutte notizie. Resta il fatto che l'addetto, una volta tanto, abbia fatto lo sforzo di tirare ad indovinare il codice fermata; noi gli avremmo consigliato di risolvere indicando la posizione di tutte le vetture della linea.

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26 aprile 2018

26.4.18

Il concetto di "localizzato"

Le puntualizzazioni dell'infoatac protagoniste di questa puntata.


Tutto inizia con la richiesta di Marta sui tempi di attesa del 53. Le notizie sembrano poco incoraggianti: 2 vetture circolano sulla linea e la conferma arriva dall'addetto.


Ma siccome in infoatac l'ottimismo è di casa, per non demoralizzare l'utenza si adotta la strategia dell'incertezza: "se ne vediamo due sui nostri schermi, non è detteo che ce ne siano solo".

Vorremmo dar loro ragione ma, nel leggere il loro tweet pensiamo ai numerosi casi di vetture localizzate ma non reali...ci viene da reinterpretare il loro tweet in "Localizzate non significa esitenti".
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26.4.18

Quanto è bono er vino dell'ATAC

Puntata alcolica quella che vi proponiamo adesso.

E' il 13 marzo e Vincenza sta attendendo da parecchio tempo l'arrivo di un tram alla stazione Termini. Seccata dall'attesa invia un tweet di protesta all'infoatac.


L'addetto dell'infoatac, che ipotizziamo si sia dato all'alcolismo, risponde con una linea che non è mai transitata da Termini....solo dopo che qualcuno gli fa notare l'errore arriva la rettifica con il numero corretto.

Tanto per cambiare il paradigma scrivo, rileggo, controllo, invio non è stato nemmeno tenuto in considerazione dall'addetto cialtrone.

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25 aprile 2018

25.4.18

Garanzie infoatac

Ormai coprirsi di ridicolo sembra essere diventato uno sport in cui gli addetti infoatac sono diventati professionisti.


La fantastica avventura inizia con Tommaso che, trovandosi al capolinea del tram 2 a piazzale Flaminio fotografa la monnezza che ormai è diventato paesaggio insieme ai binari del tram.


A questo punto gli addetti dell'infoatac scaricano con eleganza la colpa ad AMA che, secondo loro, dovrebbe essere la responsabile delle pulizie in questione.


Peccato che il personale AMA sia di un avviso diverso, considerando il fatto che puliscono con accuratezza tutto il piazzale tranne la parte relativa ai binari. Ed un motivo, forse, potremmo anche ipotizzarlo: chi organizza e garantisce l'incolumità dei pulitori su un pezzo che sembra essere di ATAC?

Ed ecco il tweet finale, il ridicolo che si materializza in una promessa solenne di pulizia, a cui manca il "costi quel che costi" o un "a costo che ci andiamo noi addetti dell'infoatac a pulire".

Senza ombra di dubbio, gli addetti infoatac avrebbero potuto usare un giro di parole un po' più formale, senza necessariamente coprirsi di ridicolo...ma ormai son professionisti!

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25.4.18

La voragine...nella testa dell'addetto!

Altro episodio pregno di cialtronaggine made in InfoATAC


Si inizia con l'infoatac che annuncia una deviazione di alcune linee urbane gestite da TplScarl a causa di voragini in strada.
Raffaele prova a suggerire una deviazione. A questo punto l'addetto dell'infoatac, con tronfia cialtronaggine, si trincera dietro "le linee non sono gestite da atac" per chiudere la questione. Peccato che quanto scritto non è sufficiente: l'addetto infatti avrebbe dovuto consigliare di rivolgersi all'account dell'agenzia per la mobilità capitolina per inoltrare il suggerimento a chi di competenza.

Voja de lavorà...
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24 aprile 2018

24.4.18

Misteri & Misteri

Segnalazione alquanto insolita da una utente sulla biglietteria di Conca d'Oro.


Ore 19.35 del 21 Marzo: la biglietteria è chiusa.

Secondo le verifiche dell'addetto risulta aperta.

  • Si sarà sbagliata Silvia?
  • I dipendenti avranno chiuso in anticipo ma sono rimasti dentro a cazzeggiare?
...mistero!!
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24.4.18

Premio #GAC

Torna il prestigiosissimo premio "Grazie Al Caxxo", che viene ancora una volta assegnato agli espertissimi comunicatori dell'infoatac

L'episodio che ha fatto optare la giuria per l'assegnazione del premio riguarda una segnalazione da parte di Giammarco il 13 Marzo del 2018: le scale mobili della metro B - Piramide sono ferme da mesi.


I preparatissimi addetti dell'infoatac rispondono che la segnalazione è già in carico al reparto competente (ci mancherebbe altro che dopo mesi di abbandono ATAC non fosse a conoscenza del problema).

Un addetto competente, oltre a rispondere "siamo già a conoscenza del problema" avrebbe potuto ad esempio:
  • sollecitare (e dichiarare di averlo fatto) la risoluzione del problema
  • chiedere (eventualmente) tempi di risoluzione o notizie in merito
L'addetto invece, per evitare di smentire il marchio di fabbrica "cialtrone InfoATAC", risponde con un banale 'lo sappiamo' e torna a giocare beato il suo telefonino...
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23 aprile 2018

23.4.18

#ATAC prossima fermata: APOCALISSE

A volte pensando ad ATAC non si può non essere pessimisti, noi lo abbiamo fatto (con ironia) per voi cercando di disegnare i contorni dell'incerto destino dell'azienda trasporti capitolina, sull'orlo di uno spaventoso baratro finanziario. Quanto accaduto negli ultimi mesi si può riassumere così:


Anno 2017: ATAC è sull'orlo (ma anche un po' di più) del fallimento, il Comune di Roma, unico proprietario della società, piuttosto che arrendersi e lasciare che venga messa in liquidazione, chiede al tribunale civile di Roma l'avvio della procedura di concordato fallimentare preventivo, che prevede un piano industriale sostenibile per l'azienda e un rientro parziale dal debito. In pratica ATAC deve anzitutto spiegare ai giudici come farà ad arginare perdite e debiti.


Se il piano risultasse convincente, i giudici si preoccuperanno di chiamare in rassegna i creditori che dovranno decidere (uno a uno) se accettare di ricevere solo una parte del credito vantato sulla società. Se infine tutto andasse bene e i tutti creditori accettassero "il contentino" per togliersi dai piedi ci sarebbe il lieto fine (insperato).


Facciamo un passetto indietro partendo dal piano di ATAC per tornare ad essere una società virtuosa: abbiamo analizzato "dall'esterno" i buoni propositi che ATAC ha messo in campo in questo articolo su Odissea Quotidiana del 28 gennaio e, facendo una serie di considerazioni da "non addetti ai lavori" siamo arrivati alla conclusione che il piano non funzionerà. Ma noi siamo bloggherucci. Stranamente però il 18 Marzo i giudici del tribunale civile hanno deciso che la proposta presentata da ATAC è inidonea e approssimativa, e hanno chiesto all'azienda di presentare opportuni chiarimenti ed integrazioni entro e non oltre il 30 di Maggio...abbiamo gufato?


Chi lo sa...fatto sta che alla non buona notizia del tribunale, il 16 di aprile si aggiunge un'altra pesante tegola sulle teste di amministratori e dirigenti di ATAC: c'è da pagare il premio assicurativo dei mezzi in circolazione nella capitale e il Ministero dei Trasporti revocherà la licenza se entro 60 giorni non viene fatta una fidejussione di 12 milioni di euro come garanzia. A questo punto Comune di Roma e ATAC, letteralmente nell'occhio del ciclone, cominciano a proclamare "a parole" che le scadenze verranno rispettate e nel frattempo cercano di disinnescare la bomba provando a trattare sulle regole.

Morale della favola: 
16 di Giugno l'autopsia 
del cadavere chiamato
ATAC

Vi sconsigliamo di essere pessimisti come noi ma se i giudici decreteranno non convincenti le integrazioni al piano che ATAC è tenuta a presentare entro il 30 maggio l'inesorabile alternativa sarà IL FALLIMENTO. Alcuni bloggerucci ottimisti sono convinti che malgrado tutto il 16 Giugno ATAC continuerà a funzionare come prima fino al momento in cui il servizio verrà fornito da qualche altro gestore. 
Ma è così?


Da un lato abbiamo il reato di "interruzione di pubblico servizio" che in linea teorica obbligherebbe ATAC a non lasciare a piedi l'utenza, dall'altro lato abbiamo la legge che impone la nomina di un commissario straordinario che deve liquidare l'azienda; deve cioè mandare a casa tutti i lavoratori, interrompere il servizio e svendere il patrimonio mobiliare e immobiliare di ATAC per poter coprire parte dei debiti che gravano sulla testa della società. In pratica quello che diceva qualche tempo fa la Regina Linda, al secolo Linda Meleo, sovrana indiscussa del TPL capitolino, è tuttaltro che una ipotesi remota a prescindere dal fatto che abbia regalmente ritrattato il giorno dopo.


Ma non vogliamo fermarci e aggiungiamo pessimismo al pessimismo ipotizzando che il 16 Giugno i dodici milioni di euro di garanzia il Comune di Roma non li trovi e che i bus di ATAC non possano più circolare: l'apocalisse è servita!

Cosa potrebbe succedere dopo?

Tralasciando l'aspetto politico della faccenda, le ipotetiche soluzioni per rimpiazzare il cadavere di ATAC potrebbero essere le seguenti:
  • Roma Lido, Roma Civita Viterbo (e forse Roma Giardinetti) essendo di proprietà della regione Lazio potrebbero essere affidate in fretta e furia alle ferrovie dello stato, coronando il sogno nel cassetto del presidente della regione Nicola Zingaretti
  • CotralBus e TPLScarl potrebbero essere chiamate, in via del tutto eccezionale, a coprire alcune tratte strategiche del servizio; da un lato Cotral ha alcuni mezzi adatti alle tratte urbane, dall'altro lato il Comune di Roma potrebbe sopprimere alcune linee attualmente gestite da TPLScarl e affidarne di altre per compensare tali soppressioni. Non sarebbe del tutto campato in aria visto che è accaduto di recente "il contrario" con la linea 720, Laurentina-Ciampino aeroporto, passata da TPLScarl ad ATAC in cambio di altra linea periferica.
  • La metro C, potrebbe passare rapidamente in gestione a MetroC S.p.A. che, ci risulta, attuale proprietaria della struttura; alcuni dipendenti ATAC si vedrebbero così "paracadutati" dentro la nuova società e continuerebbero il lavoro svolto fino ad oggi.
E il resto...boh?


Chi vivrà vedrà; nel frattempo vi consigliamo di allacciare le cinture, di porre lo schienale in posizione eretta, di chiudere il tavolino di fronte a voi e...di preparavi al peggio. Noi la testa ce la siamo già fasciata, ma siamo solo dei bloggerucci social-troni (disinformati, incompetenti e anche un po' gufi).
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23.4.18

Il buono, il brutto e il cialtrone!

Rifacimento di un celebre western in questo episodio con tre protagonisti che twittano sul trasporto pubblico locale romano.


Il primo protagonista (che soprannomineremo bonariamente IL BRUTTO) è Marco che chiede notizie di un 982 dando il codice fermata (errato).


A questo punto interviene IL BUONO addetto di Muoversi A Roma (da cui i cialtroni dell'infoatac potrebbero prendere lezione) che, dopo aver verificato con solerzia che il codice fermata non corrisponde con la linea si adopera a fornire comunque al cliente informazioni relative alla posizione degli autobus. Marco, accortosi dell'errore ammette l'errore e rettifica il numero della fermata ringraziando.


Il film non può concludersi senza IL CIALTRONE, l'addetto dell'infoatac che dopo aver verificato che la linea non è gestita da ATAC passa delicatamente la parola all'agenzia del trasporto pubblico capitolino. 

Non prova nemmeno a smentire il marchio di fabbrica di InfoATAC cercando su opendata notizie della linea in questione; meglio scaricare il barile a chi ha il marchio della competenza e tornare a sorseggiare il caffè.



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22 aprile 2018

22.4.18

La cialtronaggine è già in carico ai tecnici.

Ennesima puntata all'insegna della mancanza di comprensione da parte degli addetti dell'infoatac.


L'utente segnala le scale mobili di Furio Camillo in discesa spente...alla segnalazione aggiunge il fatto che i gradini sono instabili; questo presuppone che qualsiasi persona può tranquillamente salire e scendere sull'impianto fermo e rischiare di farsi tanto male. La "gretta" risposta dell'addetto dell'infoatac è "lo sappiamo già", riferendosi alle scale ferme.


Peccato che quello che andava fatto era segnalare agli addetti di stazione di transennare le scale in quanto pericolose
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