19 febbraio 2020

19.2.20

Gelato? Caffè?

In questa puntata andiamo alla ricerca del sapore...
20 di gennaio, ore 8.37 del mattino, nulla di nuovo in casa atac: l'ennesimo treno che non passa, l'ennesima corsa saltata, l'ennesima segnalazione dell'utente in attesa.


Quel che cambia è il tocco di ignoranza (o mancanza di attenzione nel digitare...fate voi) dell'infoatac: un GUSTO a un treno. Sì, va bene, ma di che gusto parlerà mai l'addetto dell'infoatac?


Ma andiamo al contesto in cui si inserisce il 'gusto al treno': Martina chiede cosa sia successo alla metro C e il reticente (oltre che ignorante) addetto dell'infoatac fa finta di cadere dal pero. Martina però non molla: se da un lato l'addetto tenta di far cadere nell'oblio la richiesta (seguendo la famosa strategia del "se non è scritto non è mai successo"), dall'altro Martina insiste nel chiedere spiegazioni.


Ecco dunque la spiegazione "classica" che l'addetto è costretto a dare, spiegazione non sufficiente a Martina che, scopriamo, ha fatto tardi a scuola e non ha una giustificazione ufficiale da dare.


Che la reticenza sia una linea da seguire in atac in particolare per quanto riguarda la comunicazione è ormai assodato: la strategia di nascondere la polvere sotto al tappeto che potrebbe funzionare per i piccoli problemi viene applicata anche per i disagi macroscopici come questo preso in esame.


Ed eccovi l'ennesima prova che sputtana l'ufficio comunicazioni atac: sul sito (e su twitter) la metro C viene considerata regolare mentre utenti come Angela sono costretti ad attendere venti minuti (quando normalmente la frequenza dovrebbe essere 12').

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