Gli Stati Uniti d'america protagonisti di questa puntata di consigli letterari.
Normalmente, quando si parla di libertà, diritti civili e democrazia si tende sempre ad usare il modello statunitense come metro di paragone. "L'impero nascosto" di Daniel Immerwahr scardina parzialmente questo mito, mettendo in evidenza diversi fatti storici che sono accaduti agli USA dopo la seconda guerra mondiale. Eccovi una breve introduzione.
L’America si è sempre vantata di essere un esempio di sovranità e 
indipendenza. Sappiamo che ha diffuso il suo denaro, la sua lingua e 
cultura in giro per il mondo, ma continuiamo a pensare ad essa come a un
 universo geo-graficamente ben definito, limitato a nord dal Canada, a 
sud dal Messico e dagli oceani ai lati. Nulla di meno vero. A partire 
dall’Ottocento, gli Stati Uniti cominciarono ad annettere numerosissimi 
territori oltremare e dopo la Seconda guerra mondiale l’impero americano
 raggiunse la sua massima espansione, con più persone che vivevano al di
 fuori del continente che al suo interno. Tuttavia, negli anni che 
seguirono, si concepì un nuovo tipo di influenza che non richiedesse il 
controllo delle colonie, anche grazie a innovazioni in diversi campi 
(dall’elettronica ai trasporti e dalla medicina alla cultura popolare). 
La pillola anticoncezionale, la chemioterapia, la plastica, Godzilla, i 
Beatles, lo stesso nome «America»: non possiamo capire niente di tutto 
ciò senza comprendere il concetto di impero territoriale. Ricco di 
sorprese e analisi innovative, sempre animato da una concezione 
originale di cosa significhino oggi impero e globalizzazione, questo 
libro getta una luce piena di contrasti sul ruolo degli Stati Uniti 
nella storia mondiale

