8 maggio 2017

8.5.17

A passeggio sul tevere, tra disorganizzazione e monnezza.

In questa puntata usciamo completamente fuori tema per parlare di una esperienza indimenticabile fatta di recente: la navigazione sul Tevere.

Dopo aver scelto una data un po' infelice, domenica 7 maggio 2017, iniziamo la ricerca su google di 'crociera tevere' e 'battello tevere'. Sebbene con un largo anticipo (una settimana), le risposte via mail che ci arrivano dalle varie aziende che offrono questo tipo di servizio sono perentorie: tutto esaurito, cordiali saluti.

Normale - pensiamo -  visto che la prima domenica del mese gli scavi di ostia antica sono gratis e partire da ponte Marconi per sbarcare ad Ostia Antica e visitare gli scavi sarebbe un programma favoloso. Ma noi non ci perdiamo d'animo e andiamo avanti con la ricerca, scartando quei siti che parlano di escursioni organizzate 2-3 anni fa e indicizzati comunque tra i primi posti. Infine, presi da una sorta di smania invece che fermarci a compilare moduli online e continuare a mandare email proviamo a chiamare alcuni numeri di telefono.

Un contatto telefonico (evitiamo di fare nomi) ci conferma grande disponibilità di posti: partenza alle ore 9.30 a ponte Marconi. Il sito da cui abbiamo preso il numero non riporta però il programma della giornata, tanto meno prezzi e luogo esatto della partenza. Per evitare sorprese chiediamo il prezzo (abbordabile) e andiamo a fare un sopralluogo del posto.


Partiamo dalla stazione metro Basilica di San Paolo e in 20' arriviamo al caotico incrocio di via Marconi con le strade che costeggiano il Tevere. Fatichiamo a trovare una indicazione. Poi, un cartello scolorito, coperto parzialmente dalla vegetazione, a lato del ponte, attrae la nostra attenzione: "...xxxxxx Tevere". Ci avviamo in Via della Vasca Navale/Lungotevere Dante, strada poco trafficata. Ai margini canneti e erbacce altezza uomo, nessuna faccia pericolosa in giro (fortunatamente) e il rumore del traffico alle nostre spalle: sembra quasi di stare in periferia.


Il nostro occhio attento riesce a scorgere tra le erbacce, dopo circa cento metri, un cartello raffazzonato indicante in rosso 'Battelli' e alcuni numeri di telefono (la foto proposta di google maps è stata scattata nel periodo estivo con l'erba tagliata). Superiamo una transenna semidivelta e scendiamo giù fino al Tevere percorrendo un vialetto in cemento che taglia in due la vegetazione rigogliosa. Dopo alcune curve giungiamo a quello che dovrebbe essere il punto di imbarco: una piattaforma galleggiante improvvisata su cui bisogna stare attenti a dove mettere i piedi. Pensare che questa piattaforma dia da mangiare a una dozzina di imbarcazioni e che il turista sia costretto a vedere tutta questa improvvisazione ci fa sorridere. 


Ma ovviamente è solo l'inizio. Il giorno della partenza, saliti sul battello, notiamo che lo staff appartiene ad una compagnia diversa da quella che avevamo contattato, una di quelle che ci avevano dato forfait dicendo che il battello era pieno. Oltre a noi, una comitiva di anziani e parecchi posti vuoti. Insomma: grande organizzazione.

Si parte alla volta di Ostia Antica, la vegetazione di tanto in tanto lascia il posto a qualche sedia da giardino in plastica, bottiglie, stracci e buste di plastica impigliate ai rami secchi che escono sul pelo dell'acqua. 

Ma il bello arriva dopo.


Il monumento alla pulizia di Roma si trova appena dopo il ponte della Magliana, accanto a un pilone di cemento armato una piramide di ben 4 metri di immondizia che emerge dalle acque del tevere. Immondizia che, ci dice la guida, è diminuita dopo che alcuni ROM sono stati fatti sgomberare dalla riva. Sembra infatti che questi abitanti abbiano l'abitudine di rovistare nei cassonetti e, tornando a casa attraverso la ciclabile di suddetto ponte, di buttare quello che non gli serve giù dal ponte.


Abbandoniamo il monumento alla Roma 'pulita', che i negazionisti pentastellati reputano frutto di gomblotto piddino, per goderci altri scorci di natura intervallati da fauna locale (aironi, gabbiani) autentica fino all'altezza di tor di valle quando scorgiamo un ponte un po' particolare per le dimensioni (molto stretto) e per il fatto che non ci sia nessuno sopra. Chiediamo allo staff se si tratta di un ponte ciclopedonale di recente costruzione e ci sentiamo rispondere: "no quello è er ponte della mmerda".

L'affermazione ci lascia un po' interdetti, ma altro appellativo non gli si poteva dare: ben due ponti, distanti circa 700m, trasportano il contenuto delle fogne di Roma al depuratore di tor di valle. Nulla da obiettare, se non fosse per la carenza di ponti ciclopedonali che collegano le sponde del Tevere, delle lungaggini burocratiche per costruire qualcosa di ecosostenibile che è nulla, paragonato a queste opere.

Dopo 2 ore e mezza di navigazione, un'altro po' di immondizia sparsa per il fiume, un gran numero di pescatori coraggiosi lungo il fiume, qualche ciclista sull'argine, un caffè e una merendina omaggio per aver partecipato alla gita, sbarchiamo finalmente a Ostia Antica dove salutiamo riconoscenti chi ci ha trasportato sul fiume della città eterna (a prescindere dalla società di appartenenza), e ci avviamo verso l'ingresso degli scavi archeologici, situato in via dei Romagnoli. E qui un paio di aneddoti a riguardo.


Gli scavi archeologici hanno un'entrata in corrispondenza della piattaforma dove siamo sbarcati, fino a qualche anno fa bastava bussare; in remoto ti aprivano il cancello e ti ritrovavi nei pressi della caffetteria. Purtroppo questo modus operandi è stato abolito perchè durante i giorni in cui non era prevista la navigazione qualche furbetto andava a bussare permettendo l'ingresso a scrocco ad un drappello di turisti. Tralasciando il fatto che il 7 maggio l'ingresso fosse gratuito, l'aneddoto in se ci fa dubitare fortemente sulla qualità della sorveglianza del sito stesso.


Il secondo aneddoto invece riguarda il tragitto dallo sbarco a via dei Romagnoli: 1 km circa su una strada, via capo due rami/via gherardo, sterrata immersa nel verde. A destra e a sinistra della strada incontriamo rifiuti di ogni genere: divani e mobili bruciati, calcinacci, cuscini, resti metallici vari. 

Insomma una degna sigla di coda per tutti i turisti che hanno voluto godersi una fantastica mattinata nel verde ecosistema del 'biondo tevere' circondati da 'organizzatissime' società che potrebbero fare ricavi astronomici con il turismo, sotto una preparatissima amministrazione che continua ad abbozzare sul problema rifiuti della capitale.

(Continua, forse...)

Condividi: