17 giugno 2018

17.6.18

La mafia è una montagna di merda.

Iniziamo con le parole di Peppino Impastato questa puntata su un argomento abbastanza serioso che viviamo quotidianamente in quasi tutta italia: La Mafia.


Parliamo di un recente articolo della giornalista Federica Angeli che ha deciso di non presentare il libro a Ostia da dove è iniziata la sua battaglia contro i clan mafiosi che ammorbano tuttoggi il litorale laziale. Ne parliamo perchè, come abitanti di Ostia, ci sentiamo profondamente offesi dalle accuse e dalle insinuazioni che Federica ha avuto il coraggio di fare: tutti i cittadini di Ostia sono mafiosi. Un bel ragionamento qualunquista simile a quello che alcuni stranieri fanno: "Italia, pizza, mafia e mandolino"

Ci ritroviamo improvvisamente e con profondo dolore, schiaffeggiati da un personaggio per cui facevamo il tifo, una persona caparbia che appare adesso presuntuosa e arrogante anche con chi da sempre è schierato dalla sua parte. Adulatori, indolenti, apatici, pigri sono solo alcuni degli epiteti che ci sono stati rivolti perchè rei di non esserci presentati in aula durante l'udienza del processo. Come se la presenza della cittadinanza in aula fosse in grado di cambiare le sorti del processo che si basa su fatti accertati e non sul tifo. 


Nessuno di quelli che in questi anni, indignati per l'etichetta di mafioso appiccicata a un quartiere, si è costituito parte civile per riscuotere il danno e la beffa di aver visto ridotto il mare di Roma a un covo di business della malavita.

Bisognava dunque sguinzagliare gli avvocati e spendere fior di quattrini per costituirsi parte lesa in un processo dove i giudici avrebbero giudicato la cosa inammissibile. Secondo quanto sostenuto dalla giornalista o sei bianco o sei nero, o sei dentro o sei fuori. E sticazzi se scendi in strada a fare fiaccolate, sticazzi se anche il Sua Santità viene a dir messa: o vai al processo o sei mafioso. In base a tale perverso ragionamento il giudice Falcone avrebbe dovuto accusare di mafia tutto il popolo italiano perchè dei 60 milioni di abitanti nessuno si presentò in aula al maxi processo alla mafia. Nemmeno il celebre giornalista Roberto Saviano è stato capace di fare affermazioni tanto pesanti sugli abitanti di Casal di Principe durante i processi ai casalesi!

Lo Stato è finalmente arrivato a Ostia, ma i suoi cittadini gli hanno voltato le spalle.

Altra affermazione del tutto falsa: lo stato a ostia continua a latitare; prova ne è "il ghetto" di barboni e disperati che ogni sera assediano la stazione di lido centro, i venditori abusivi che girano in spiaggia, chi affitta abusivamente i lettini nelle spiagge libere, chi ti chiede soldi per il parcheggio, gli stabilimenti balneari che continuano imperterriti a chiedere il pizzo ai bagnanti che vogliono accedere al mare, le auto in doppia fila tranquillamente parcheggiate davanti ai lidi in pieno centro (es. domenica scorsa davanti Don Pepe). La presenza di vetture della polizia vuote, con l'arma che sta a bere il caffè al bar, la presenza di vigili urbani che chiacchierano, invece di far rispettare la legge è ASSENZA DELLO STATO. E non ci vogliono chissà quali poteri per scoprire la triste verità, basta girare per le strade di ostia, farsi una passeggiata sul lungomare o in piazza della stazione del lido.


Probabilmente nel limbo blindato in cui Federica vive la realtà è troppo ovattata per rendersi conto che in questo momento "il momento è quello" solo per lei, che la Montagna di Merda non viene giù solo se dai un paio di picconate alla base, che la conclusione del processo, non porrà la parola fine alla Mafia ad Ostia.


Siamo stati bloccati su twitter, per averla ringraziata di averci dato (a noi e ai rimanenti abitanti di ostia) delle merde mafiose, senza aver pensato che la mafia si combatte anzitutto nella quotidianità dicendo no al pizzo dell'abusivo e non solo nei tribunali, lavorando con piccole picconate sulla coscenza delle persone, propagandando onestà e rispetto delle regole con libri, conferenze, manifestazioni.


Le scuse, considerando l'indole del personaggio, non arriveranno mai; in compenso è già partita sui social la campagna da parte di alcuni "invasati" che la vorrebbero sindaco della capitale: una persona che conosce la mafia ma che non ha idea della burocrazia e delle procedure amministrative tipiche di un comune come Roma.


Noi, a mano disarmata, la salutiamo e la ringraziamo ancora una volta per l'etichetta, nonchè per il suo comportamento riprovevole verso tutti coloro che da sempre sono stati contro la mafia, alcuni dei quali hanno vissuto da vicino in gioventù gli omicidi eccellenti di Palermitani che lottavano quotidianamente contro la mafia e sono stati vicini di casa di Peppino Impastato.
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