2 marzo 2020

2.3.20

No, non ha fatto cose buone.


Protagonista di questa puntata il razzismo e LVI, quello che in molti considerano vittima de Fuhrer.

Si chiama Giorgio Fabre il protagonista di questa puntata, classe 52, giornalista del noto settimanale Panorama, nonchè storico tra i maggiori esperti in ricerche d'archivio. Con Mussolini razzista. Dal socialismo al fascismo: la formazione di un antisemita spiega e argomenta minuziosamente la posizione del duce che qualcuno vorrebbe dipingere come vittima della deriva nazista: fascismo e antisemitismo sono nati e cresciuti insieme, non furono le leggi del 1938 a decretare la presa di posizione del partito nei confronti della razza, e i provvedimenti non vennero varati per assecondare il nazismo. Una verità storica su cui bisognerebbe riflettere ogni volta che qualche nostalgico prova ad affermare che il fascismo (e il duce) "qualche cosa di buono l'ha fatta". Eccovi una breve introduzione.



Storico e giornalista culturale di "Panorama", Giorgio Fabre analizza i testi mussoliniani dimostrando la falsità del luogo comune che vede il "bonario" Mussolini trascinato nella deriva razzista dal "malvagio" e antisemita Hitler. In realtà il Duce - sostiene l'autore - strutturò ben presto una ideologia razzista, articolata e coerente. Preferì non renderla pubblica per opportunità politica, ma il Partito Nazionale Fascista e il regime epurarono subito tutti gli ebrei, fin dal 1922.
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