26 aprile 2020

26.4.20

Riflessioni ad alta voce: scuola e incapacità tecnologica (reprise)

Continuiamo le riflessioni (iniziate la settimana scorsa) sulla tele-scuola a cui alcune famiglie sono state sottoposte.


Riassunto delle puntate precedenti: arriva il covid19, tutti a casa, prime avvisaglie di tele-lezioni.

Arrivano le scelte formali dall'alto, quelle delle scuole che decidono di scegliere un portale (gratuito ?), che promette di offrire:
  • chat (non bastava whatsapp)
  • bacheca di gruppo ove comunicare i compiti assegnati (non era sufficiente il registro elettronico)
  • svolgimento compiti (meccanismo uguale a quello del registro elettronico: scaricare, eseguire e ricaricare i compiti)
  • test e verifiche con quiz e giochetti interattivi come le parole crociate (...fico!)
  • aula virtuale (...strafico! ....ah, no, aspetta...mo' se ride)

Tutto bello, bellissimo, finchè non si arriva alla decisione di far lezione (o qualcosa che ci assomigliasse) nell'aula virtuale. L'aula virtuale si è rivelata un'autentica porcheria: si appoggiava di fatto su una app esterna, gratuita e open-source, di videochiamata collettiva. Peccato che quando la videochiamata deve coinvolgere un numero elevato di utenti non si può improvvisare con un software libero (il software era distributo a scopo dimostrativo con la raccomandazione di usarlo per costruirsi una infrastruttura con un server "privato").

Ma i tecnici-non tecnici della scuola fanno finta di nulla e permettono l'uso di aule virtuali sul server "dimostrativo" della app in questione. Server che, superati i 10 partecipanti, comincia a dare evidenti segni di cedimento: video piantato, voce incomprensibile o assente, improvvise disconnessioni etc. Immaginate tutto per una classe di 25 studenti. 


I genitori, alcuni disperati perchè poco tecnologici (o senza pc), obbligati a scaricare e installare sul telefonino/tablet una applicazione aggiuntiva, altri senza adsl in casa o in una zona con performance di rete scarse... Aggiungete a questo casino gli "impegni extra scolastici" di alcuni bambini (alcuni obbligati a vedersi con i gruppi sportivi a cui erano iscritti), gli appuntamenti in altrettante aule virtuali dei fratelli/sorelle: la lotteria dei "io non posso" nello scegliere l'orario giusto che molto ricorda l'organizzazione delle partite di calcetto tra colleghi in ufficio.

Per ovviare ai troppi utenti in contemporanea, i docenti decidono di organizzare due/tre gruppi (dando vita ad un'ulteriore lotteria di orari e di cambi turno che nemmeno in una squadra di fantacalcio). Ma il problema rimane, anzi: alcuni insegnanti con poca voglia di "perdere" meno tempo possibile nell'aula virtuale optano per gruppi più grandi, altri permettono agli studenti del primo turno di rimanere in aula anche ai turni successivi "perchè non hanno sentito tutto" (mandare un messaggio in privato no, eh?)


Nel frattempo docenti e studenti cominciano a scoprire ulteriori bachi e funzionalità. Nell'aula tutti gli utenti sono "amministratori": tutti possono silenziare il microfono degli altri, tutti possono buttare fuori dall'aula gli altri partecipanti. La chat testuale, altra chicca, viene ignorata dai docenti e diviene oggetto di gioco degli studenti che invece di partecipare e stare attenti, cazzeggiano e ridono durante la "lezione".

In tutto questo nessuno tra docenti, tecnici informatici della scuola e dirigente, si sono chiesti se fosse il caso di optare per qualcosa di più professionale, malgrado messi al corrente dell'esistenza di prodotti "seri" con server potenti e dedicati, divenuti gratuiti in occasione della pandemia. Perchè obbligare tutti a cambiare/installare un'altra applicazione? Perchè osare provare un nuovo prodotto e ricominciare a scoprire nuovamente tutte le funzionalità? L'affidabilità e la robustezza (server dedicati, pochi bug, maggior controllo amministratori-ospiti) non sono evidentemente giustificazioni sufficienti.

Unica iniziativa della scuola (nel frattempo) l'obbligo a tutti gli studenti:
  • a scrivere il proprio nome (nell'aula virtuale era possibile scegliere un nome utente a piacere)
  • a tenere la videocamera accesa (stica**i di chi ha una connessione poco performante)
  • a non registrare il contenuto della lezione (in modo da non poterla rivedere e magari capire qualcosa che era sfuggito)
  • a non diffondere il contenuto della lezione (privacy o paura di www-sputtanamento?)

E ancora (la scuola) 
non è ufficialmente finita.

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