30 settembre 2017

30.9.17

La favola di Corrado Treviglio Alberighi

C'era una volta un pandino felice che scorazzava allegramente per le vie dei castelli romani. Era un pandino come tanti: quattro ruote, un motore a scoppio, un colore normale come quello di tanti altri pandini.


Un giorno questo pandino arrivò ad una rotatoria a due corsie e, dopo aver visto che non veniva nessuno da sinistra, imboccò la rotonda sulla corsia piú esterna. Ma a quel punto, improvvisamente, da dietro il pandino arrivò furioso Corrado Treviglio Alberighi, un bus cattivo e frettoloso che imboccando la corsia piú stretta della rotonda superò goffamente il pandino dandogli un colpo di sedere per farsi strada.

Il pandino, che non s'era fatto nulla, come il sedere del cattivone, urlò per la paura attirando l'attenzione del bus che, invece di scappar via, decise di fermarsi e vedere cosa s'era fatto il povero pandino.

La fiaba a questo punto sarebbe potuta finire qui, cari bambini, con un forte hip hip hurrà per il cattivone che improvvisamente compiva un gesto buono.

Il bus invece s'era fermato per leggere la targa, scoprire dove abitava il pandino e mandargli l'orco cattivo a derubarlo di tutto.

Il pandino però, che non era stupido, dopo aver lasciato andar via il bus (si erano messi daccordo che non era successo nulla), andò subito dal suo mago-assicuratore a raccontargli quello che era successo, portandosi dietro due pandini che, fortunatamente, passando da quelle parti avevano visto tutta la scena.

Così, quando l'orco cattivo si presentò a casa del pandino, il mago buono fu pronto a scagliargli contro un randellone magico che iniziò a picchiare forte l'orco cattivo che, per la paura scappò, verso la casa del bus cattivo.

Arrivato a casa del bus cattivo, il randellone magico smise di picchiare l'orco e cominciò a picchiare il responsabile di tutta la cattiveria.

E vissero tutti felici e contenti.

Morale della favola: mai fidarsi dei bus cattivi di nome Corrado, anche quando sembrano buoni.
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