12 settembre 2017

12.9.17

Divieto di detesto

@marcimarti17 protagonista dell'ennesima inspiegabile bacchettata dell'infoatac.


Non riscontriamo toni minacciosi, insulti o comportamenti deprecabili, se non quello dell'infoatac che farebbe meglio a tacere e ad accettare passivamente le proteste piú che motivate di chi paga per non ricevere un servizio.


Professionalità e serietà dell'infoatac ancora una volta vengono a mancare, evidenziando l'approssimazione con cui viene gestito il servizio di informazione all'utenza.


Ma la polemica non termina qui. Andando contro ogni regola, gli addetti dell'infoatac provano a spiegare perchè il messaggio iniziale li disturba: non è pertinente. Non è pertinente protestare.

Tenuto conto che il numero dei tweet che giornalmente infoatac riceve è abbastanza ridotto e che la lettura e la comprensione di 140 caratteri è rapida, una persona dotata di intelligenza riuscirebbe a scartare i messaggi non utili senza troppi problemi. Ma in infoatac la conclusione piú comoda è "se ci citate per chiedere informazioni allora bene, altrimenti vi blocchiamo".

La discussione prosegue con le osservazioni di Michèle Menard che puntualizzano quanto sia peggiorato il servizio di comunicazione e informazione offerto da infoatac: non siamo i soli a pensarla come Michèle, non siamo gli unici a denunciare la cialtronaggine di infoatac, non siamo pazzi quando affermiamo che il canale di comunicazione infoatac va pesantemente rivisto.


Non è una follia quando si afferma che l'addetto infoatac è pagato per leggere anche i reclami e le informazioni che infoatac ha giudicato 'non pertinenti'.

Concludiamo con un esempio di spam non gradito all'infoatac, a cui però gli addetti (cialtroni) non hanno risposto chiedendo la moderazione (probabilmente perchè ci stava idi mezzo l'account di Fassina, il politico)




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