13 maggio 2017

13.5.17

A breve


@mallghe bacchetta (ogni tanto ci vuole) gli approssimativi addetti @infoAtac che da tempo hanno preso il vizio di utilizzare 'a breve' per evitare di incorrere nella furia dell'utente costretto da troppo tempo ad aspettare alla fermata.



@infoAtac decide di collaborare e quantifica l'attesa aggiungendo un circa finale (viziaccio maledetto) ma nel frattempo la vettura si rompe e, cosa più grave, @InfoAtac non comunica l'orario della partenza successive.

Tanto per cambiare l'utenza di ATAC è in balia di questi cialtroni.


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13.5.17

Errori di sbaglio


Ennesimo scivolone grammaticale di InfoATAC: non sono previsti (plurale) sciopero (singolare)...


Proseguiamo con un delirante tweet in cui si chiede "la fermata di dove si è", una costruzione così contorta che la povera maestra della elementare di questo addetto s'è suicidata.


E ancora un ragionamento al limite del delirio in cui i sinonimi soppresso e 'non attivo' si intrecciano insieme nel cervello dell'addetto InfoATAC.


Abbiamo poi un abonamento, con una sola b perchè forse costa di meno e che sicuramente vale di meno e non consente di andare oltre il confine urbano previsto dal regolamento ATAC


Ed ancora una cacofonica ripetizione della parola segnalazione.

Ricordiamo sempre che rileggere prima di premere il bottone 'invia' è consigliato quanto opportuno.

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12 maggio 2017

12.5.17

SbagliAPP


Ennesima puntata sulle assurdità informative del trasporto urbano romano:
un utente si lamenta di orari non attendibili degli autobus, @infoAtac lo rintuzza dicendogli che non sta utilizzando l'orribile app ufficiale.


Peccato che nè app ufficiale nè informazioni in tempo reale via twittwr alla fine della fiera siano attendibili. L'unico dato di fatto è la corsa saltata, il disagio per l'utente e un approssimativo quanto inutile 'partirà a breve' di @infoAtac

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12.5.17

Quel che non vorremmo mai leggere.

Sperando che @enricoStefano e @LindaMeleo un giorno mettano mano anche al servizio di comunicazione con l'utenza di ATAC, meglio noto come @infoAtac parliamo adesso del tweet peggiore in assoluto che questi addetti hanno il coraggio di scrivere:

nessun bus in arrivo

Potremmo giustificare tale informazione inutile in sè, se il tweet fosse seguito da

richiesta destinazione e suggerimento linee alternative
spiegazioni sui motivi per cui non arrivano gli autobus
annuncio urbi-et-orbi pubblico che la linea è inattiva

Tale tweet non è giustificato nemmeno da uno sciopero in corso (ad esempio ieri); quello che abbiamo proposto è stato inviato da @infoAtac pochi minuti fa, in una giornata senza scioperi in corso come tante altre

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12.5.17

Ma la risposta dov'è?


In questa fantasmagorica puntata infoATAC viene interpellata, risponde dopo un quarto d'ora senza però dare risposta al quesito.


Solo dopo 28 minuti e messaggio da parte dell'utente arriva finalmente la risposta.

A questo punto sospettiamo che a non essere connesso sia il loro cervello.

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11 maggio 2017

11.5.17

Ancora disagi


Iniziamo la puntata con questo tweet di @infoAtac che apparentemente poco ha da dire.
È lunedì e alle 6.44 rileviamo la prima vera interazione degli addetti con l'utenza.

Abbiamo già affrontato l'argomento assenteismo e tweet programmati per far sembrare questi personaggi 'in postazione' in orario. In questo caso infoAtac nel tweet di saluti serali aveva dato appuntamento alle 6.15 per gli aggiornamenti in tempo reale e qualche minuto dopo le 6 aveva iniziato con i tweet programmati.


Peccato che questa utente che ha chiesto informazioni alle 6.41 non se la siano filata per nulla.

Ma l'episodio ancora piú desolante è il fatto che dalle 6.44, orario della prima interazione con l'utenza, per due interminabili ore, la risposta di infoAtac agli utenti che chiedevano aggiornamenti sui bus è stata sempre la stessa: non abbiamo dati, scusateci.

Due interminabili ore di non-informazione nella fascia mattutina, quando cioè la maggior parte dell'utenza si reca a lavoro o a scuola.

A voi conclusioni e osservazioni.
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11.5.17

Sciopero! Sciopero! Sciopero!

Prendiamo spunto da alcuni tw odierni di @Cond_metrob profilo collettivo di alcuni macchinisti della metro B/B1 della capitale per fare alcune precisazioni sul sacrosanto sciopero.

Lo sciopero, regolato dalla legge vattelappesca comma uno due tre sa sa prova, è un sacrosanto diritto di protesta nei confronti del proprio datore di lavoro. Nato nell'epoca della rivoluzione industriale nella lontana Inghilterra dalla protesta dei lavoratori che lavoravano in condizioni disumane, lo sciopero è stato riconosciuto come diritto inviolabile del lavoratore come mezzo estremo per difendersi dai soprusi del datore di lavoro.

La protesta che sfociava nello sciopero, patrocinato dalle allora Trade Unions, 'nonne' dei sindacati odierni, serviva a danneggiare il datore di lavoro; si chiudevano le fabbriche, il lavoratore, che perdeva una preziosa giornata di paga, si barricava davanti ai cancelli tutto il giorno e passava il tempo a sensibilizzare la gente che passava davanti alla fabbrica, rischiando la vita a causa delle ronde repressive che il datore di lavoro scatenava contro di lui.

Veniamo dunque ai giorni nostri, alla società civile e alle leggi e leggine che tutelerebbero i diritti dei lavoratore.

ATAC il datore di lavoro, contro cui scioperano le varie sigle, in questa soleggiata giornata primaverile ci rimette i soli soldi dei BIT che non verranno spesi perchè i mezzi non passano e dunque gli utenti occasionali non timbrano, in compenso si risparmierà la giornata di paga per tutti coloro che dichiareranno sciopero e potrà comunque contare sui soldi degli abbonati che ha intascato o che intascherà comunque. Morale della favola:

lo sciopero così com'è organizzato non danneggia il datore di lavoro!

I nostri valorosi lavoratori sindacalizzati ci raccontano la favoletta del sacrificio che fanno rinunciando alla giornata di paga. Dubitiamo nel credere che un giorno di paga possa incidere così tanto sul netto mensile percepito, se poi pensiamo che
- passeranno tutto il giorno a non fare un caxxo da qualche parte di Roma piuttosto che scendere per strada a protestare e sensibilizzare la gente sulle ragioni dello sciopero
- che alcuni di loro si daranno malati per non perdere la giornata di paga
l'ulteriore conclusione a cui si giunge è che

lo sciopero così com'è organizzato rappresenta una giornata di ferie non pagata!

Una protesta, per essere riconosciuta tale, deve avere delle motivazioni serie, motivazioni che andrebbero pubblicizzate il più possibile per sensibilizzare l'opinione pubblica e muoverla contro il datore di lavoro. In base a quello che (non) dicono media, le ragioni dello sciopero, se le vogliamo conoscere, dobbiamo andarcele a cercare sul sito del sindacato x, o nella bacheca sindacale. Dobbiamo cioè andare alla ricerca del vetusto 'comunicato col timbro' che in una società telematica stride parecchio. Nessun lavoratore ATAC ha mai osato mettersi all'uscita di una stazione a far volantinaggio e spiegare all'utenza le ragioni di uno sciopero. Mai, in occasione di uno sciopero, sono uscite sui media interviste volte a chiarire le ragioni della protesta, sebbene di canali di comunicazione che non siano necessariamente 'il corriere della sera', 'il messaggero' o qualche testata a tiratura nazionale ce ne siano in giro (vedi Radio Colonna, Roma Today, Radio Cusano ed altre, di cui si servono Linda Meleo e Enrico Stefàno per parlare di trasporto capitolino). Giungiamo dunque alla conclusione che

le ragioni ipotetiche dello sciopero sono una presa in giro!

Concludendo: se da un lato lo sciopero è una cosa moderna rispetto ai primi del '900, dall'altro lo sciopero è organizzato in un modo così antiquato da essere
- una giornata di ferie non pagate per il lavoratore
- un calvario per l'utente del mezzo pubblico
- una giornata normale per il datore di lavoro
- un giorno in cui ztl ed ecologia si vanno a far benedire

In veste di utenti abbonati chiediamo dunque a lavoratori e sindacati dell'ATAC di evitare di prenderci per i fondelli con frasi fatte, citazioni degli articoli di legge e stronzate varie:
- finchè non ci verrà riconosciuto il rimborso per la giornata di sciopero
- finchè non vi vedremo per le strade a protestare piuttosto che negli angoletti a fumare e ridere
- finchè non organizzerete una protesta che non ci danneggi

NON VENITECI A CHIEDERE RISPETTO
perchè voi, lasciandoci a piedi, non ci state rispettando;
inventatevi nuovi modi di protestare e sensibilizzare l'opinione pubblica

A differenza dello sciopero odierno di ATAC e delle sue presunte motivazioni, esprimiamo profonda solidarietà ai lavoratori di TPLscarl, società che gestisce le linee periferiche di Roma. Tali lavoratori oggi sciopereranno per 4 ore per protestare contro un diritto fondamentale che gli viene da tempo negato: quello di percepire lo stipendio dopo aver svolto un lavoro.
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11.5.17

A chi dispiace?


È questo che ci chiediamo e che chiederemmo volentieri a chi dimostra poco impegno nello scrivere su twitter per conto di ATAC.

Ricordiamo ai nostri delatori: queste creature che digitano per @infoAtac sono pagati, noi di attacchetearbus no.


Causa lavaggio con acqua troppo calda la stazione metro Spagna oltre che essere chiusa s'è anche rstrtta...





Quando il guasto e il problema tecnico (altro modo per dire guasto) si fondono nasce l'espressione 'guasto tecnico'.

Siamo ORGOGLIONI di questi addetti alla comunicazione e del loro linguaggio.


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10 maggio 2017

10.5.17

Battibecchi


La puntata si apre con l'utente che segnala una strana anomalia dei dati: si trova a bordo della vettura segnalata a capolinea dall'applicazione probus (che usa i dati dell'agenzia della mobilità) ma che in realtà è in viaggio e si trova in via circonvallazione ostiense (una ventina di fermate dopo)



InfoATAC dal canto suo, invece di verificare in maniera approfondita si limita, con particolare spocchiosità, a dire che secondo i loro sistemi è tutto ok.



a nulla valgono le ulteriori segnalazioni dell'utente:
 la posizione sugli schermi di infoAtac è esatta

Nessuna telefonata all'autista per verificare: infoAtac crede di possedere la verità assoluta tramite i loro fantastici schermi nei loro climatizzatissimi uffici, mentre, tanto per cambiare, noi poveri utenti siamo delle merdacce da bisfrattare.

La cialtronaggine di questi individui sembra però non essere finita qui,
l'utente infatti ci segnala un misterioso reset degli schermi della vettura durante la corsa proprio a seguito dei tweet dell'utente...

Coincidenze?



L'unica cosa che possiamo dirvi è che guardacaso lo stesso giorno ci trovavamo sulla linea 916, e la vettura 3042, in prossimità della fermata gregorio vii/piccolomini credeva di essere a BOCCEA, ovviamente non abbiamo potuto segnalare la cosa ai cialtroni di @infoAtac che ci hanno nel frattempo bloccato tempo fa per aver dato ragione ad un utente esasperato dei disservizi continui.

Quel che è indiscusso è il fatto che piú di un mezzo ATAC non segnalava la posizione corretta.

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10.5.17

Retoriche questioni...


La retorica e delicata protesta dell'utente e l'ottusità di @infoAtac protagonizzano questa puntata.
Non riusciamo infatti a capire come mai gli addetti alla comunicazione facciano così tanta fatica a capire che l'utente sta protestando per il disservizio che ATAC sta 'erogando' all'utenza della metro B.

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9 maggio 2017

9.5.17

Un po di fumo?


Immaginiamo gli addetti @infoAtac chiusi nella stanzetta in via Prenestina a fumarsi un bel cannone, la nebbiolina che li avvolge, il loro sguardo perso nel vuoto.

Solo in questo stato un essere umano è capace di rispondere ben 2 volte creando una perla indimenticabile come quella di questa puntata.

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9.5.17

Avi e ignavi


Tornano alla ribalta le bacchettate di @infoAtac per gli utenti più vivaci.
In questa puntata l'ennesima vittima del disagio e dell'inefficienza di ATAC si sfoga con gli addetti alla comunicazione, mandandoli a quel paese.

Come accade spesso, questi cialtroni invitano la clientela alla moderazione; invito-beffa, visto che oltre ad essere 'cornuti' per via del disagio subito si viene 'mazziati' da @infoAtac che non concede nessun tipo di sfogo.

Come detto nel nostro editoriale la soluzione in questi casi per un buon comunicatore è non rispondere.


Caso a parte questa seconda bacchettata: nessun tono violento, nessun insulto, i caratteri non sono in maiuscolo quindi l'utente non sta 'gridando'; malgrado tutto @infoAtac invita alla moderazione.

Ma dde chè? - Risponderemmo noi.
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8 maggio 2017

8.5.17

A passeggio sul tevere, tra disorganizzazione e monnezza.

In questa puntata usciamo completamente fuori tema per parlare di una esperienza indimenticabile fatta di recente: la navigazione sul Tevere.

Dopo aver scelto una data un po' infelice, domenica 7 maggio 2017, iniziamo la ricerca su google di 'crociera tevere' e 'battello tevere'. Sebbene con un largo anticipo (una settimana), le risposte via mail che ci arrivano dalle varie aziende che offrono questo tipo di servizio sono perentorie: tutto esaurito, cordiali saluti.

Normale - pensiamo -  visto che la prima domenica del mese gli scavi di ostia antica sono gratis e partire da ponte Marconi per sbarcare ad Ostia Antica e visitare gli scavi sarebbe un programma favoloso. Ma noi non ci perdiamo d'animo e andiamo avanti con la ricerca, scartando quei siti che parlano di escursioni organizzate 2-3 anni fa e indicizzati comunque tra i primi posti. Infine, presi da una sorta di smania invece che fermarci a compilare moduli online e continuare a mandare email proviamo a chiamare alcuni numeri di telefono.

Un contatto telefonico (evitiamo di fare nomi) ci conferma grande disponibilità di posti: partenza alle ore 9.30 a ponte Marconi. Il sito da cui abbiamo preso il numero non riporta però il programma della giornata, tanto meno prezzi e luogo esatto della partenza. Per evitare sorprese chiediamo il prezzo (abbordabile) e andiamo a fare un sopralluogo del posto.


Partiamo dalla stazione metro Basilica di San Paolo e in 20' arriviamo al caotico incrocio di via Marconi con le strade che costeggiano il Tevere. Fatichiamo a trovare una indicazione. Poi, un cartello scolorito, coperto parzialmente dalla vegetazione, a lato del ponte, attrae la nostra attenzione: "...xxxxxx Tevere". Ci avviamo in Via della Vasca Navale/Lungotevere Dante, strada poco trafficata. Ai margini canneti e erbacce altezza uomo, nessuna faccia pericolosa in giro (fortunatamente) e il rumore del traffico alle nostre spalle: sembra quasi di stare in periferia.


Il nostro occhio attento riesce a scorgere tra le erbacce, dopo circa cento metri, un cartello raffazzonato indicante in rosso 'Battelli' e alcuni numeri di telefono (la foto proposta di google maps è stata scattata nel periodo estivo con l'erba tagliata). Superiamo una transenna semidivelta e scendiamo giù fino al Tevere percorrendo un vialetto in cemento che taglia in due la vegetazione rigogliosa. Dopo alcune curve giungiamo a quello che dovrebbe essere il punto di imbarco: una piattaforma galleggiante improvvisata su cui bisogna stare attenti a dove mettere i piedi. Pensare che questa piattaforma dia da mangiare a una dozzina di imbarcazioni e che il turista sia costretto a vedere tutta questa improvvisazione ci fa sorridere. 


Ma ovviamente è solo l'inizio. Il giorno della partenza, saliti sul battello, notiamo che lo staff appartiene ad una compagnia diversa da quella che avevamo contattato, una di quelle che ci avevano dato forfait dicendo che il battello era pieno. Oltre a noi, una comitiva di anziani e parecchi posti vuoti. Insomma: grande organizzazione.

Si parte alla volta di Ostia Antica, la vegetazione di tanto in tanto lascia il posto a qualche sedia da giardino in plastica, bottiglie, stracci e buste di plastica impigliate ai rami secchi che escono sul pelo dell'acqua. 

Ma il bello arriva dopo.


Il monumento alla pulizia di Roma si trova appena dopo il ponte della Magliana, accanto a un pilone di cemento armato una piramide di ben 4 metri di immondizia che emerge dalle acque del tevere. Immondizia che, ci dice la guida, è diminuita dopo che alcuni ROM sono stati fatti sgomberare dalla riva. Sembra infatti che questi abitanti abbiano l'abitudine di rovistare nei cassonetti e, tornando a casa attraverso la ciclabile di suddetto ponte, di buttare quello che non gli serve giù dal ponte.


Abbandoniamo il monumento alla Roma 'pulita', che i negazionisti pentastellati reputano frutto di gomblotto piddino, per goderci altri scorci di natura intervallati da fauna locale (aironi, gabbiani) autentica fino all'altezza di tor di valle quando scorgiamo un ponte un po' particolare per le dimensioni (molto stretto) e per il fatto che non ci sia nessuno sopra. Chiediamo allo staff se si tratta di un ponte ciclopedonale di recente costruzione e ci sentiamo rispondere: "no quello è er ponte della mmerda".

L'affermazione ci lascia un po' interdetti, ma altro appellativo non gli si poteva dare: ben due ponti, distanti circa 700m, trasportano il contenuto delle fogne di Roma al depuratore di tor di valle. Nulla da obiettare, se non fosse per la carenza di ponti ciclopedonali che collegano le sponde del Tevere, delle lungaggini burocratiche per costruire qualcosa di ecosostenibile che è nulla, paragonato a queste opere.

Dopo 2 ore e mezza di navigazione, un'altro po' di immondizia sparsa per il fiume, un gran numero di pescatori coraggiosi lungo il fiume, qualche ciclista sull'argine, un caffè e una merendina omaggio per aver partecipato alla gita, sbarchiamo finalmente a Ostia Antica dove salutiamo riconoscenti chi ci ha trasportato sul fiume della città eterna (a prescindere dalla società di appartenenza), e ci avviamo verso l'ingresso degli scavi archeologici, situato in via dei Romagnoli. E qui un paio di aneddoti a riguardo.


Gli scavi archeologici hanno un'entrata in corrispondenza della piattaforma dove siamo sbarcati, fino a qualche anno fa bastava bussare; in remoto ti aprivano il cancello e ti ritrovavi nei pressi della caffetteria. Purtroppo questo modus operandi è stato abolito perchè durante i giorni in cui non era prevista la navigazione qualche furbetto andava a bussare permettendo l'ingresso a scrocco ad un drappello di turisti. Tralasciando il fatto che il 7 maggio l'ingresso fosse gratuito, l'aneddoto in se ci fa dubitare fortemente sulla qualità della sorveglianza del sito stesso.


Il secondo aneddoto invece riguarda il tragitto dallo sbarco a via dei Romagnoli: 1 km circa su una strada, via capo due rami/via gherardo, sterrata immersa nel verde. A destra e a sinistra della strada incontriamo rifiuti di ogni genere: divani e mobili bruciati, calcinacci, cuscini, resti metallici vari. 

Insomma una degna sigla di coda per tutti i turisti che hanno voluto godersi una fantastica mattinata nel verde ecosistema del 'biondo tevere' circondati da 'organizzatissime' società che potrebbero fare ricavi astronomici con il turismo, sotto una preparatissima amministrazione che continua ad abbozzare sul problema rifiuti della capitale.

(Continua, forse...)

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8.5.17

Perdite di tempo


@NicholasTomeo alle prese con la svogliatezza di @InfoAtac
A nulla serve indicare numero linea e nome fermata, gli addetti (inutili) di @infoAtac pretendono codice fermata e direzione, una sorta di test per verificare se l'utente è attento.

Un addetto alla comunicazione 'umano' andrebbe a cercare la linea, verificherebbe in entrambe le direzioni e darebbe tutte le informazioni necessarie a prescindere dalla precisione della domanda dell'utente.

Ma stiamo parlando di @infoAtac e solo l'ironia dell'utente può mitigare lo squallore della risposta che questi cialtroni hanno avuto il coraggio di dare.



Vi proponiamo infine un paio di schermate che dimostrano che 'quando vogliono' riescono a sopperire alle informazioni imprecise dell'utenza facendo qualche ricerca.
Questa dovrebbe essere la qualità dell'informazione che un ufficio come quello di @infoAtac dovrebbe dare.


E ritornando al discorso iniziale, l'ennesimo assaggio (esiste solo una sola fermata per il 201 con quel nome per entrambe le direzioni) di cialtroneria.

Diagnosi definitiva del paziente: sfaticato!

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7 maggio 2017

7.5.17

Arrogantibus


@SilviettaBeta alle prese con l'arroganza di InfoATAC.
C'è modo e modo di rispondere ad un'utente, c'è modo e modo per consigliare caldamente una linea/percorso.

Gli addetti InfoATAC preferiscono quello più spocchioso ed arrogante.

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7.5.17

Il giro delle sette chiese.


Roma, metro C, una giornata qualsiasi di una persona in carrozzina.
 
L'ascensore è fuori uso.

La risposta, incommentabile, di @infoAtac è un percorso alternativo tramite bus e nessuna tempistica di ripristino dell'ascensore (il link che propone @infoAtac porta alla pagina con lo stato del servizio della rete metroferroviaria dove c'è scritto che l'ascensore in questione non funziona)

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