C'era una volta un autobus, un autobus come tanti, che girava durante il giorno in un regno fantastico chiamato fonte meravigliosa. Si chiamava Ottotto Settenove, ma gli amici preferivano chiamarlo Settedueuno. A Settedueuno piaceva tanto scorazzare per le strade bucate di quel mondo particolare, adorava tuffarsi d'inverno nelle pozze piene d'acqua con le sue grosse ruote nere e saltellare di qua e di la sulle buche delle strade rotte.
Amava tantissimo fermarsi e aprire le sue porte agli abitanti del regno per portarli al castello della Regina Linda o al maniero del Prode Nàtale. Si sentiva fiero di far parte dell'esercito di bus che ogni giorno animavano il regno trasportando i sudditi in ogni angolo. Il tempo sembrava volare tra una traversata e l'altra e Settedueuno non si accorgeva che andava invecchiando. "Tanto quando torno alla mia stalla i servi della Regina mi aggiustano" - pensava incurante e proseguiva saltellando su buche e tombini.
Purtroppo i servi della Regina non erano così attenti nell'aggiustare Settedueuno e un brutto giorno accadde il fattaccio: saltando su una buca piú grossa delle altre, Settedueuno scivolò e cadde fragorosamente a terra, rompendo quello che di piú prezioso avesse dentro: un campanello.
"Perchè quel campanello è prezioso?"- si staranno chiedendo alcuni di voi.
Ebbene, cari bambini, dovete sapere che tra i bus come Settedueuno e gli umani c'erano solo due modi per parlare: quando erano fuori gli abitanti alzavano un braccio a Settedueuno per fargli capire che avevano bisogno di lui, mentre invece quando erano nella sua pancia e volevano che Settedueuno si fermasse e li facesse scendere, suonavano il suo campanello. Il campanello dunque era un trucchetto quasi magico e molto importante: quando Settedueuno viaggiava per le strade del regno non poteva sentire le parole delle persone che aveva dentro la pancia e senza campanello sarebbe stato un disastro.
E disastro fu.
Con il campanello rotto gli abitanti del regno erano costretti ad urlare forte, urla che a Settedueuno facevano tanta paura, perchè non sapeva se ce l'avessero con lui o se volessero solo scendere.
Il nostro bus con il passare dei giorni cominciò ad essere sempre più triste, convinto che molte persone lo odiassero davvero e che alla fine la Regina Linda e il prode Nàtale lo cacciassero per sempre dal suo regno.
Ma un giorno Settedueuno incontrò un mago tuttofare, Sir Columbidus Carlettis, che accortosi della sua tristezza chiese lui cosa potesse fare per aiutarlo.
"Le persone mi urlano" - disse con i fari gonfi di lacrime - "da quando mi si è rotto il campanello ho paura che nessuno mi voglia più bene" - aggiunse singhiozzando.
"Se è solo per il campanello, ci penso io" - disse sicuro Sir Columbidus, che con un rapido movimento della sua bacchetta fece comparire nella pancia di Settedueuno un nuovo campanello con una lucente scritta sopra che facesse capire agli abitanti che andava suonato quando era ora di scendere.
Ecco dunque che un piccolo gesto magico fece ritrovare il sorriso a Settedueuno che tornò a scorazzare felice tra il castello della Regina Linda e il maniero del Prode Nàtale.
E vissero tutti felici e contenti (senza che la Regina o il Prode facessero nulla).