Ancora luci della ribalta per Enrico Stefàno, vicepresidente dell'assemblea capitolina nonchè presidente della commissione mobilità, per un suo pignucolio su twitter che non ci ha lasciati indifferenti.
Motivo alla base del cinguettio che Enrichetto ha pubblicato il cinque di giugno una mossa a sorpresa (ma poi nemmeno così tanto) da parte della Regione Lazio, guidata da Nicola Zingaretti sulla Roma Lido e le altre ferrovie concesse della capitale: la delibera di pubblicazione sulla gazzetta ufficiale di un avviso di preinformazione.
Di che cosa si tratta ce lo spiega bene Luca in un post su facebook (gruppo del comitato dei pendolari della ferrovia Roma Nord): il regolamento europeo IMPONE sia messa a gara la gestione del trasporto pubblico e, secondo quanto previsto dalla legge, prima di far la gara è necessario avvisare gli eventuali interessati.
A questo punto il tweet di Stefàno che in poche righe mette al fuoco un bel po' di ciccia che in questa puntata proviamo a digerire insieme a voi con un po' di considerazioni.
IL pata-PUMS
Il famoso progetto del PUMS, citato nel cinguettio di Stefàno, riguarda la sola Roma-Lido e prevede
la trasformazione della Roma Lido in una metropolitana, la Metro E: invece di un treno ogni dieci minuti si vorrebbe portare la frequenza a 3 minuti e mezzo e la si vorrebbe allungare fino a Jonio capolinea della linea B1. Per fare ciò in pratica:
- servono più treni (la linea a doppio binario della Roma Lido dispone già dei sistemi per sopportare il traffico ipotizzato)
- serve un modo per far passare i treni dalla Roma Lido sulla Metro B in modo che possano raggiungere il capolinea Jonio e un modo per gestire il collo di bottiglia tra le stazioni d Magliana e Bologna
Affidare la linea ad altro gestore sarebbe compatibile con il punto 1: a febbraio di quest'anno la regione ha stanziato i fondi e avviato la gara
per fare arrivare sulla Roma-Lido 20 treni entro un anno e mezzo, un'autentica manna (della regione Lazio) dal cielo per chi utilizza questa linea mentre il comune latita da anni. Per il secondo punto invece, considerando che la linea B soffre già di enormi problemi tecnici, lo reputiamo un'autentica follia (a meno che non si scavi una seconda linea sotto quella preesistente).
I conti senza l'oste
L'amministrazione capitolina, da quando la regione Lazio ha espresso la volontà di togliere il servizio ad ATAC e affidarlo ad un nuovo gestore, ha sempre sperato in una inversione di marcia e in una genialata (o porcata, fate voi) da ricordare nei secoli a venire:
il passaggio di proprietà della roma-lido al comune, un desiderio segreto (ma poi non tanto) volto a consolidare il potere di ATAC e aprire nuovi fronti
sulle gran porcate già realizzate per salvare atac dal fallimento a partire proprio dal regolamento europeo e la legge sull'affidamento del trasporto pubblico (l'antitrust ha aperto una procedura di infrazione nei confronti del comune).
Fortunatamente (per noi utenti) l'iter di affidamento sembra andare avanti a spron battuto, con l'obiettivo di togliere dalle grinfie di ATAC nel maggio del 2019 una porzione di trasporto gestita fino ad ora "alla carlona". Ricordiamo alcuni momenti cloù:
- la paventata chiusura della roma-giardinetti e le frequenti sospensioni del servizio "per troppo traffico privato" a porta maggiore
- la gestione irresponsabile dei ritardi e delle comunicazioni all'utenza della roma-viterbo, la totale assenza di vigilanza nei parcheggi di scambio ove quotidianamente si verificano atti vandalici ai danni delle auto degli utenti
- il premio "caronte" (peggior linea ferroviaria d'italia) per tre anni di seguito per la Roma-Lido, soldi per il completamento delle stazioni di Acilia Sud e Tor di Valle spariti.
Il campo di calcetto è di Nicolino,
ma il pallone l'ha portato Enrico.
Passiamo adesso alla parte forse più divertente della faccenda: leggendo e rileggendo il tweet ci è venuto il sospetto che si nascondesse tra le righe un ricatto: "i depositi e dei treni sono del comune" - tuonerebbe Enrichetto - "il pallone è mio e quindi il risultato della partita lo decido io; e se non fate come dico io, mi prendo tutti i treni e metto il filo spinato al deposito (di Magliana) dove i treni stazionano e vengono (si fa per dire) manutenuti".
Se le (nostre) impressioni fossero corrette e il ragionamento infantile avesse realmente seguito, la Roma-Lido si ritroverebbe senza treni e senza deposito in meno di niente. A parte la figuraccia che il comune farebbe con l'utenza togliendo i treni-caccavella dalla linea, la situazione già tragica non migliorerebbe prima dell'Agosto 2019, data prevista dell'arrivo dei nuovi treni (della regione n.d.r.) in sostituzione delle carrette esistenti. Analogamente per il deposito, un'altra carrettata di ridicolo adornerebbe Comune e ATAC: un conto è dire "non ti dò il deposito perchè è mio", un conto (sarebbe) dire "non c'è abbastanza spazio in officina" o "non c'è abbastanza sorveglianza sull'eventuale patrimonio della regione".
Sulla questione deposito e officine una via d'uscita non immediata ci sarebbe a Ostia Lido: come si vede dalla foto satellitare che il signor Google ci ha agevolato, esistono terreni e area tecnica raramente usata da ATAC di pertinenza della regione. Parte dei terreni sono usati da Cotral come deposito per i suoi autobus, mentre il resto è adibito attualmente a deposito di materiale ferroviario.
Basta fare un piccolo zoom sulla foto per intravedere diversi binari morti e un capannone e un'ampia banchina su cui potrebbe sorgere l'officina che con il tempo e i dovuti investimenti porrebbe fine alla questione.
IL DIALOGO CHE NON C'E'
Ultimo punto cruciale del cinguettio di Enrichetto (ultimo per ordine ma non per importanza): la mancanza di dialogo Comune-Regione, problema politico che ha radici molto lontane.
L'ultimo episodio di questa lunga guerra (
tralasciando la scaramuccia di San Giovanni) risale allo scorso natale quando la giunta comunale per difendersi dalle accuse per la chiusura pomeridiana di Natale della Roma-Lido, in evidente contrasto con "il piano di potenziamento natalizio di ATAC" scaricò il barile sulla Regione, proprietaria della linea. La regione Lazio però rispose prontamente che mancava solo una richiesta formale del comune per autorizzare l'apertura della linea. Così, dopo Natale, a frittata fatta, richiesta e autorizzazione in previsione della seconda chiusura pomeridiana della linea a capodanno. Peccato che per far funzionare la linea oltre ai carteggi ci vogliano anche le persone che ATAC (e il Comune) non avevano pianificato: macchinisti e controllori del traffico erano già stati mandati in ferie e il giochetto dello scaricabarile era tornato in faccia al comune più forte di prima.
Ci chiediamo dunque con che faccia, dopo la piazzata natalizia, il nostro caro presidente della commissione mobilità capitolina abbia il coraggio di chiedere dialogo visto che, a nostro avviso, fino ad ora di iniziative di dialogo e/o gesti di distensione nei confronti della regione non ne ha avuti.
Lasciamo a voi ulteriori ragionamenti.