In questa puntata parliamo dell'imbarazzante museruola che l'infoatac indossa quando a Roma accade qualche fatto di sangue.
Partiamo dalla fine, le ore 16.34 del primo febbraio 2018 quando finalmente l'infoatac annuncia al mondo intero che la stazione di barberini è finalmente nuovamente aperta al pubblico.
Per tutto il giorno la 'suonata' dell'infoatac in merito è stata quella che leggiamo in uno dei tanti tweet "nessuna previsione". Nulla in merito alla gravità del fatto, nulla in merito alla durata della chiusura.
Nulla.
Un imbarazzante silenzio stampa dalle 11 del mattino fino alle 4.30 del pomeriggio, tre ore e mezza di non-informazione, tre ore e mezza di "nessuna previsione". Tutti coloro che volevano informarsi dovevano necessariamente cercare sulle testate giornalistiche, visto che "la fonte ufficiale" aveva la bocca cucita. Insomma, un mutismo e una disinformazione equiparabile al "problema tecnico" twittato dall'ufficio comunicazioni della Trenord circa il disastro di Pioltello dove, ricordiamo, persero la vita 3 pendolari e 46 persone rimasero gravemente ferite.
Fortunatamente il tam tam sui social da parte di utenti e testate giornalistiche ha presto svelato quanto accaduto: un militare in servizio presso la stazione si era recato nel bagno adibito al personale e si era tolto la vita con l'arma di ordinanza. Un fatto non banale che ha richiesto l'intervento delle forze dell'ordine per le rilevazioni e le indagini del caso.
Scrivere 'intervento delle forze dell'ordine' non è sufficiente: le forze dell'ordine intervengono anche nel caso di una valigia abbandonata e la cosa normalmente in una mezz'oretta al massimo si risolve. E' necessario informare l'utenza sulla gravità del fatto per giustificare il disservizio e dare l'idea dei tempi di ripristino. Non è giustificabile il silenzio stampa "per non allarmare l'utenza" visto che l'utenza è in grado di andare a leggere i giornali e allarmarsi, soprattutto se i giornalisti riportano la notizia in modo inesatto.