Sebbene l'impegno di alcuni personaggi dell'amministrazione capitolina, la vita dei disabili che vorrebbero prendere un mezzo pubblico a Roma è un autentico inferno.
Riportiamo un estratto dell'articolo di RomaIt sulle principali problematiche che le associazioni che tutelano i disabili da tempo reclamano e che mercoledì 26 settembre sono state sollevate nuovamente alla riunione della commissione Trasparenza di Roma Capitale
Annunci vocali 'incomprensibili', bus e stazioni metro 'poco accessibili', carenza di mappe tattili e semafori sonori, 21 linee di superficie rese accessibili su 256, per una situazione che 'dopo alcuni segnali positivi, ora ristagna da anni senza alcun progresso'.
La principale richiesta delle associazioni alla commissione è stata l'apertura di 'un tavolo di confronto permanente con le aziende di trasporto, perché senza è difficile avere risultati: è necessario un coordinamento fra i vari uffici ed enti che si occupano di trasporto.
"Si pensa sempre subito alle disabilità visive" - afferma Umberto Gialloreti, presidente della Consulta cittadina permanente dell'handicap di Roma Capitale - "ma oltre a questa ci sono altre disabilità e la prima sempre dimenticata è quella dei sordi. Bisogna abbattere le barriere a tutti livelli. Se una persona in carrozzina vuole venire qui in metro rimane a Barberini, perché la stazione non è accessibile. Il Comune dall'84 ha previsto un servizio alternativo che è in corso di revisione e speriamo che arrivi presto a conclusione."
Per i rappresentanti dell'Unione Italiana Ciechi il grande assente è sempre il dipartimento Mobilità che non c'è mai, nemmeno oggi. "Noi chiediamo semplicemente che vengano interpellate le associazioni quando si acquistano nuovi mezzi."
Laura Coccia, deputata del Partito democratico: "A Vienna, a Lipsia e a Berlino ho trovato sistemi che mi hanno garantito una quasi totale accessibilità nonostante io abbia la tetraparesi spastica. A Berlino vivevo ad un'ora e mezza di mezzi pubblici da Alexanderplatz, eppure la rete di trasporti accessibili mi ha aiutato. Tornata a Roma ho voluto provare come funzionava nella mia città: è stato un impatto traumatico. Ognuno di voi, normodotato, la mattina non si pone il problema di come arrivare al lavoro, esce la mattina e va, magari gli autobus sono sovraffollati ma si spinge un po' e si entra. Noi però se sono sovraffollati proprio non ci entriamo, cadiamo, ci facciamo male. Non è possibile che Ottaviano sia un incubo di fermata, non è possibile che Barberini - Fontana di Trevi sia una fermata inaccessibile. C'è la volontà politica di affrontare e risolvere questo problema? A Roma abbiamo 250 linee autobus, e su queste solo 21 sono accessibili. Ne va della nostra libertà personale".
Andrea Venuto, disability manager del Campidoglio, ha ricordato che "in Assemblea capitolina da due settimane è attiva la traduzione Lis e la traslitterazione, se la commissione è interessata può venire a chiedere informazioni in Campidoglio. Fatta questa premessa, dico che Roma è una città inaccessibile da più di 2mila anni e la scusa che troppe volte è stata usata è che è una città storica e non ci si possono mettere le mani. Non è così (..) dal 2012 una circolare (...) obbligò Roma Capitale a dotarsi di alcune linee totalmente accessibile, oggi si parla delle 21 linee ma quasi il 70% delle linee Atac è dotato di piena accessibilità, e nessun acquisto di bus da parte di questa amministrazione ha riguardato mezzi non accessibili (...) in quasi 35 anni non è stato fatto nulla, ora l'Aula ha stanziato per la prima volta 1 milione per l'abbattimento delle barriere sulla viabilità.
Per Alessandro Cafarelli, responsabile dei Servizi di superficie di Atac,"poco meno del 70% del totale delle vetture di proprietà di Atac, per la precisione il 68%, è munito di pedana. Noi cerchiamo di far circolare in servizio il 100% di mezzi con pedana ma c'è ogni giorno un numero di guasti molto elevato (...) e può capitare che escano mezzi senza pedana. Abbiamo già provveduto a sostituire 600 pedane elettriche con quelle manuali, più affidabili, e ne saranno acquistate altre 227'
"Tutto questo è solo l'inizio, Roma da questo punto di vista è ferma al medioevo, la dignità delle persone è pari a zero e c'è da ricostruire tutto, a partire dalla cultura e dal senso civico", ha commentato la consigliera capitolina del M5S, Carola Penna, secondo la quale "bisogna fare un discorso di collegialità, il disability manager serve anche per questo: mettere tutti allo stesso tavolo e fare un passo per volta, perché non si risolvono in un giorno problemi che non sono mai stati affrontati prima. Roma, potrà definirsi civile solo quando l'accessibilità sarà dignitosa per tutti quanti. Noi abbiamo iniziato un percorso e ora dobbiamo andare avanti tutti insieme, mattoncino per mattoncino".
Laura Coccia, deputata del Partito democratico: "A Vienna, a Lipsia e a Berlino ho trovato sistemi che mi hanno garantito una quasi totale accessibilità nonostante io abbia la tetraparesi spastica. A Berlino vivevo ad un'ora e mezza di mezzi pubblici da Alexanderplatz, eppure la rete di trasporti accessibili mi ha aiutato. Tornata a Roma ho voluto provare come funzionava nella mia città: è stato un impatto traumatico. Ognuno di voi, normodotato, la mattina non si pone il problema di come arrivare al lavoro, esce la mattina e va, magari gli autobus sono sovraffollati ma si spinge un po' e si entra. Noi però se sono sovraffollati proprio non ci entriamo, cadiamo, ci facciamo male. Non è possibile che Ottaviano sia un incubo di fermata, non è possibile che Barberini - Fontana di Trevi sia una fermata inaccessibile. C'è la volontà politica di affrontare e risolvere questo problema? A Roma abbiamo 250 linee autobus, e su queste solo 21 sono accessibili. Ne va della nostra libertà personale".
Andrea Venuto, disability manager del Campidoglio, ha ricordato che "in Assemblea capitolina da due settimane è attiva la traduzione Lis e la traslitterazione, se la commissione è interessata può venire a chiedere informazioni in Campidoglio. Fatta questa premessa, dico che Roma è una città inaccessibile da più di 2mila anni e la scusa che troppe volte è stata usata è che è una città storica e non ci si possono mettere le mani. Non è così (..) dal 2012 una circolare (...) obbligò Roma Capitale a dotarsi di alcune linee totalmente accessibile, oggi si parla delle 21 linee ma quasi il 70% delle linee Atac è dotato di piena accessibilità, e nessun acquisto di bus da parte di questa amministrazione ha riguardato mezzi non accessibili (...) in quasi 35 anni non è stato fatto nulla, ora l'Aula ha stanziato per la prima volta 1 milione per l'abbattimento delle barriere sulla viabilità.
Per Alessandro Cafarelli, responsabile dei Servizi di superficie di Atac,"poco meno del 70% del totale delle vetture di proprietà di Atac, per la precisione il 68%, è munito di pedana. Noi cerchiamo di far circolare in servizio il 100% di mezzi con pedana ma c'è ogni giorno un numero di guasti molto elevato (...) e può capitare che escano mezzi senza pedana. Abbiamo già provveduto a sostituire 600 pedane elettriche con quelle manuali, più affidabili, e ne saranno acquistate altre 227'
"Tutto questo è solo l'inizio, Roma da questo punto di vista è ferma al medioevo, la dignità delle persone è pari a zero e c'è da ricostruire tutto, a partire dalla cultura e dal senso civico", ha commentato la consigliera capitolina del M5S, Carola Penna, secondo la quale "bisogna fare un discorso di collegialità, il disability manager serve anche per questo: mettere tutti allo stesso tavolo e fare un passo per volta, perché non si risolvono in un giorno problemi che non sono mai stati affrontati prima. Roma, potrà definirsi civile solo quando l'accessibilità sarà dignitosa per tutti quanti. Noi abbiamo iniziato un percorso e ora dobbiamo andare avanti tutti insieme, mattoncino per mattoncino".