2 novembre 2019

2.11.19

In morte del TPL romano.

E' arrivato il giorno della commemorazione dei defunti e noi, partendo da un tweet lanciato ieri, ci apprestiamo a commemorare iniziative e idee defunte dell'amministrazione capitolina, al potere da 4 anni.

Morte della Metro C

Come ben sapete le 'talpe', che hanno scavato fino ai fori imperiali il percorso dell'ultima linea metropolitana della capitale, verranno prossimamente cementate, affogate nel calcestruzzo per sempre. Si seppellisce l'incapacità di riuscire a preparare le carte e i progetti per far proseguire il percorso fino all'altro capo della città. L'eredità dell'attuale amministrazione sono i progetti che arrivavano proprio ai fori imperiali, si trattava di lavoro di amministrazioni precedenti a cui non è stata data continuità.


La società partecipata del comune che si doveva occupare di progettazione e pianificazione della linea, "roma metropolitane", è stata tombata insieme alle talpe, senza aver pensato ad una soluzione che potesse portare avanti l'importante progetto della metro C. Allargando la visuale ai progetti per tpl e mobilità romana, in pratica alla "cura del ferro" portata avanti dalle amministrazioni precedenti stiamo assistendo alla "omeopatia diluita" di progetti inefficaci come funivie, ciclovie (ve vojo vedè pedalà quanno piove), brucomela (leggi people moover) e via discorrendo.


Morte dell'autista bigliettaio

L'amministrazione romana ha capitolato di fronte ai sindacati atac riguardo all'introduzione dell'autista-bigliettaio, presente sui bus di città caotiche come Londra. 


Cotral, (giusto per non uscire fuori dai confini regionali) società di proprietà della regione Lazio che gestisce i collegamenti interurbani su gomma, si è battuta con coraggio ed è riuscita ad ottenere questo epocale cambiamento in termini di lotta all'evasione tariffaria.

Morte del tornellobus

Dove non è riuscita a vincere, l'amministrazione comunale, ha provato un rischioso ma altrettanto lungimirante progetto di lotta all'evasione tariffaria sui bus: il tornellobus.


L'utente del TPL romano, piuttosto che trovarsi davanti a un controllore (l'autista), si sarebbe trovato davanti a due persone (l'autista e un controllore) e ad una barriera allarmata che avrebbe attirato l'attenzione degli utenti paganti al passaggio di un evasore. Sarebbe stato comunque "troppo lavoro" per i dipendenti atac; il progetto è morto dopo una sperimentazione durata alcuni mesi.

Morte delle pedane antiparcheggio

Progetto partito con l'installazione in via Gallia, avrebbe impedito alle auto di sostare in corrispondenza delle fermate degli autobus. L'installazione del dispositivo sarebbe avvenuto in pochi minuti e avrebbe fornito flessibilità qualora la fermata venisse spostata o soppressa: la pedana sarebbe stata smontata e rimontata alla nuova fermata.


Dopo la sperimentazione, il progetto è morto. L'amministrazione ha preferito favorire "la lobby dei muratori" realizzando 12 pedante antiparcheggio in muratura su via tuscolana. Se la rete bus per qualche motivo cambia, le pedane rimarranno lì a ricordare l'ennesimo spreco di denaro pubblico.

Morte del servizio traslazione disabili

Il segnale più eclatante che le cose non stavano andando bene era davanti agli occhi di tutti: crollo delle scale mobili alla metro A di Repubblica. L'azienda di manutenzione degli impianti di traslazione è stata messa alla porta con calma e i soldi tamponare la situazione non sono stati spesi. Abbiamo assistito alla chiusura di diverse stazioni per "impraticabilità del campo": ascensori e scale mobili non sicure, non a norma. L'amministrazione avrebbe dovuto correre ai ripari con spese extra per riavviare queste macchine che consentono ai diversamente abili di potersi spostare in città.


Ma la lista di impianti fermi e mai riparati si è allungata a dismisura. Esistono impianti fermi da quasi due anni, dimenticati e transennati. La ciliegina sulla torta è arrivata a settembre: dopo 20 anni dall'installazione gli impianti vanno revisionati e, si scopre, che la scadenza per la maggior parte degli impianti presenti nelle stazioni metro romane è per dicembre. Ha chiuso Baldo degli Ubaldi per revisione, chiuderanno tutte le altre stazioni per mancata revisione. 


Ma scale mobili e ascensori è solo una parte di un problema ormai globale: i bus non adatti ai disabili, che dovevano andare in pensione, circolano spesso su linee ove ufficialmente "è garantito l'accesso ai disabili". La modernissima e accessibile "san giovanni metro c" è collegata alla obsoleta "san giovanni metro a" che non dispone di accesso ai disabili. I treni della roma-nord e della roma-giardinetti sono autentiche barriere a chi si trova costretto alla sedia a rotelle. Insomma, le uniche due ruote a cui l'amministrazione comunale sembra essere attratta sono quelle delle bici.

Morte degli alti standard comunicativi

Argomento principale di cui vive il nostro bloggeruccio, la comunicazione di atac, infoatac e dei vari media di "Roma Servizi per la Mobilità", negli anni è stata sempre trascurata o veicolata opportunamente verso messaggi propagandistici politici che poco aiutano il cittadino.


Cartelli sbagliati, a volte scritti a penna, italiano claudicante, informazioni imprecise o parzialmente errate da un lato. Spot elettorali come le 20 feste organizzate dal comune per celebrare i 4 autobus che hanno, tra varie peripezie, noleggiato e acquistato mentre il resto della flotta va a fuoco con il ritmo di 2 bus al mese (ne approfittiamo per commemorare anche i numerosi flambus)


E poi la celebrazione del sistema Tap&Go che "ruba" ad ogni passaggio 1.50eu dalle carte di credito degli utenti che non sanno di non poter viaggiare sulle ferrovie urbane, slogan su social e carta stampata, alternati a informazioni di riorganizzazioni della rete (soppressioni di servizio mascherate), senza alcuno spazio per i problemi veri, quelli che ad esempio ogni santa mattina i pendolari della roma-nord o della roma-lido sono costretti ad affrontare tra rimodulazioni e soppressioni, quelli delle app di localizzazione che non sono capaci di fornire i tempi di attesa perchè i sistemi di tracciamento di atac e RSM sono fuori uso. 


Commemoriamo dunque questi "standard" comunicativi e la vera informazione all'utenza, defunta da tempo e soppiantata da propaganda e dilagante incompetenza.

Morte delle preferenziali protette

Altro flop targato Raggi e co. che commemoriamo sono le corsie preferenziali protette...dal nulla. Segnaletica orizzontale e in alcuni casi cordoli bassi ormai distrutti dai numerosi passaggi di veicoli che non rispettano le corsie andando ad ostacolare e rallentare il passaggio dei mezzi pubblici.


Si sarebbero potuti installare dei jersey alti 60cm che avrebbero diviso la carreggiata in modo netto e avrebbero permesso, con l'installazione di opportune telecamere, di multare i trasgressori. Gli stessi jersey si sarebbero potuti usare per colorare la città di pubblicità le strade (senza distrarre chi è alla guida) rimpinguando le casse del comune. 

Morte del bike sharing

Tema fresco di stampa e propaganda è l'avvio del nuovo servizio di condivisione delle bici a pedalata assistita nel comune di roma.


Commemoriamo i due precedenti tentativi, uno gestito dal comune, con bici prelevate e lasciate agli stalli dedicati (approccio efficace di tutte le grandi capitali contro il vandalismo), e uno gestito da un privato (o'bike) con bici parcheggiabili dovunque, praticamente abbandonate alla mercè dei vandali. Il nuovo servizio partito da poco è praticamente identico a quello di o'bike, con la differenza che il vandalo potrà rubare o danneggiare una ben più costosa bici a pedalata assistita. Probabilmente il prossimo anno commemoreremo anche quest'ultimo servizio.

Morte della micromobilità

Segway, mini scooter, monopattini elettrici sono l'ultima moda che sembra stia prendendo piede nel mondo e l'amministrazione capitolina sta già pensando di normare e favorire questo tipo di spostamenti, per permettere ai pendolari una alternativa ad auto e a TPL in stato disastroso.

La questione della regolamentazione è solo la punta di un iceberg di problemi irrisolti. Primo tra tutti la sicurezza di poter viaggiare su questi mezzi: Roma è piena di buche e innumerevoli pericolosissimi ostacoli, sia che si viaggi in strada, sia che su marciapiedi o ciclovie. Che questa amministrazione sia incapace di riconoscere e risolvere questo tipo di problemi è dato da un simbolico aneddoto che riguarda il decimo municipio (Ostia).


Siamo in via Ostiense, altezza stazione Lido Nord, è il 6 maggio del 2018 euna ragazza in moto perde il controllo del suo mezzo per via degli avvallamenti creati dalle radici dei pini sull'asfalto. La ragazza finisce a terra e muore. Dopo quel tragico evento e il sollevamento dell'opinione pubblica l'amministrazione non provvede al ripristino del manto stradale, ma vieta quel tratto di strada a moto e bici. E' l'ultima delle genialate del comune di Roma che piuttosto che intervenire per sanare problemi creati da madre natura impone divieti e limiti di velocità (ostia e via cristoforo colombo ne sono pieni). Che micromobilità dobbiamo aspettarci, dunque?

Ci fermiamo qui.

Sono solo alcuni dei "defunti" che abbiamo voluto commemorare oggi, ma sappiamo bene che la lista è molto più lunga e diventa infinita se dal TPL allarghiamo la tematica a immondizia e servizi urbani.
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