29 marzo 2020

29.3.20

Riflessioni ad alta voce: l'ironia del fotomontaggio del balcone crollato.


Da tempo nelle chat whatsapp girano foto più o meno ironiche sul momento che stiamo vivendo...
...ma una in particolare ha attirato la mia attenzione negli ultimi giorni: quella dello striscione "andrà tutto bene" appeso ad un balcone crollato su un secondo che sembra stia anch'esso venendo giù.


Fotomontaggio o meno (alcune testate giornalistiche hanno smascherato la bufala proponendo la foto originale risalente a qualche anno fa a L'Aquila) l'immagine lascia molto riflettere. Perchè, al di là della risata che potrebbe generare è l'emblema di quello che sta accadendo al nostro bel paese:

l'italico messaggio ottimista 
che non si ferma di fronte al disastro.

La storia del nostro paese è scandito da sempre da catastrofi più o meno gravi alternate a periodi in cui l'Italia, con le ossa rotte e le lacrime di dolore, s'è rialzata e ha continuato ad andare avanti.

Ma c'è un'altra interpretazione che si può dare alla foto: l'ostinarsi a dire "andrà tutto bene" di fronte ad un problema, il balcone crollato, frutto di anni di incuria. Parliamo della sanità pubblica a rischio collasso.

Da anni chi ci governa continua a sperperare risorse e tagliare fondi ai servizi essenziali del nostro paese...discorso molto populista e sempre attuale.
Da anni il braccio armato dello stato continua a scoprire evasori fiscali che, oltre a non aver contribuito a finanziare con le loro tasse i servizi pubblici come la sanità, non pagano nemmeno le multe e, quando lo fanno, usufruiscono di forti sconti (parliamo un terzo o un quarto della sanzione)....discorso meno populista, ma sempre attuale. Di solito quando lo si fa improvvisamente la platea degli applauditori si dimezza.
Da anni continuiamo a sentire di scoperte di lavoratori in nero, gente che si accontenta del tozzo di pane e che non versa allo stato quei contributi (leggi tasse) che andrebbero a finanziare sanità, scuole e servizi pubblici. Altro discorso sempre attuale e spesso impopolare che dà fastidio a chi si crede furbetto.


Tutta questa gente poi ce la troviamo al pronto soccorso che, con spocchia e presunzione, pesta i piedi e pretende di ricevere un servizio degno e magari di essere trattata con riguardo. E l'immagine del balcone di sotto che sta cedendo sotto il peso di quello crollato sopra sembra quasi essere l'emblema di quello che da giorni stiamo vivendo nelle sale d'attesa e nei reparti di terapia intensiva di molti ospedali: il furbetto 'andrà tutto bene' che prevarica e piega l'italiano onesto, tartassato da tasse e contributi (pagare anche a nome del furbetto).


Insomma, 
cambia l'interpretazione, 
ma è sempre Italia.

Qualcuno obietterà che la situazione del servizio sanitario nazionale è anche frutto di favoritismi al privato, di sciacalli che esercitano la loro professione tra pubblico e privato e cercano di spingere i pazienti da un lato piuttosto che dall'altro dietro etiche molto discutibili. Nella foto queste osservazioni non ci entrano semplicemente perchè se un servizio pubblico avesse risorse sufficienti, sarebbe in grado di erogare un servizio che difficilimente "il privato" potrebbe eguagliare.

Ma torniamo all'emergenza, al "restate in casa".


Molti giornali ci raccontano che improvvisamente "il popolo italiano (tranne le solite eccezioni di imbecilli ignoranti) si riscopre bravo e giudizioso". E mentre esce l'ennesima versione del modello di autocertificazione per le uscite di casa e l'ennesimo decreto restrittivo del governo, sembra quasi naturale un'altra riflessione semi-ironica: se ci si mettesse la stessa bravura nel pagare lo stato e si ricorresse meno ad avvocati e fiscalisti probabilmente la quarantena del nostro paese sarebbe stata meno rigida.
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