4 ottobre 2017

4.10.17

Un pan di Spagna...avvelenato

Torniamo sull'argomento 'indipendenza catalana' che ultimamente ha riempito le pagine di tutti i quotidiani europei per raccontare quello che i giornalisti non raccontano vuoi perchè non fa notizia, vuoi perchè non deve fare notizia. Ci accaniamo sull'argomento perchè la morale della favola, già spiegata nella puntata precedente, non è banale e riguarda tutti noi: politica e stampa sono capaci di distrarre l'opinione pubblica e sprecare denaro pubblico.


L'esempio della Spagna di questi giorni è la dimostrazione più clamorosa a cui tutta Europa sta assistendo. Da un lato abbiamo gli sprechi del governo centrale, dall'altro quelli del 'govern' regionale catalano e in mezzo inutili battibecchi e sperpero autorizzato e certificato di denaro pubblico. Come già raccontato il referendum, non avendo seguito l'iter legale necessario per la sua celebrazione, è stato di fatto un 'evento di costume' pagato dal govern della Catalogna con soldi pubblici. 


Lo spreco del Govern è andato oltre il referendum stesso, con la mobilitazione eccezionale del corpo di polizia locale, i 'mossos d'esquadra' e dei vigili del fuoco 'els bombers' chiamati a vegliare su possibili disordini, che alla fine ci sono stati comunque (sono stati registrati 800 feriti tra i manifestanti). Poliziotti e vigili del fuoco sono stati mobilitati anche per il 3 ottobre, giornata di sciopero e manifestazione generale in Catalogna che fortunatamente si è conclusa senza feriti.


Ma il governo centrale non è stato da meno negli sprechi di denaro pubblico: oltre alla mancanza di dialogo con il govern Catalano degli ultimi anni, ha cercato di impedire il referendum stesso mandando in tutta la regione un numero spropositato di poliziotti che hanno alloggiato su 3 enormi navi da crociera (una ormeggiata nel porto Tarragona e 2 a Barcellona) e in vari alberghi. Oltre alle esagerate spese di soggiorno per tutti questi uomini, il governo centrale ha utilizzato un imponente numero di veicoli, per disturbare la celebrazione di un referendum nullo in partenza.

Una delle due navi ormeggiata a Barcellona
Ancora più scoraggiante leggere come è andata a finire: dei 2300 seggi costituiti solo 300 sono stati smantellati e requisiti, meno del 10%. Ma ancora più scoraggiante sono i numeri del referendum: 42% degli aventi diritto sono andati a votare, 90% avrebbero espresso parere favorevole all'indipendenza. Partendo da questi dati abbiamo ci siamo messi nel caso ipotetico in cui il governo centrale spagnolo si fosse risparmiato l'invio della polizia in catalogna, che gli indignados (tanti) per le violenze della polizia non fossero andati a votare e chi ha avuto paura di votare (pochi) per via degli momenti di tensione che le televisioni hanno mostrato in tutto il mondo fosse andato. Facendo una rapida proporzione sul totale di 2300 seggi si sarebbe arrivati ad un 48% di voti validi e a un 43% totale di Sì (dando per attendibile il 90% dei sì).


In pratica il referendum, anche se fosse stato legale, non avrebbe raggiunto il quorum, tantomeno i Sì all'indipendenza sarebbero riusciti a trionfare. Il trionfo dello sperpero si sarebbe potuto evitare benissimo togliendo una volta per tutte questo 'dente' del referendum, evitando il muro contro muro politico e i relativi feriti. Ma la storia non è ancora finita...nella speranza di un ritorno ai toni politici un po' più moderati piuttosto che una nuova guerra civile forse già qualcuno in Catalogna (e in Spagna) si è accorto degli sprechi di denaro pubblico in corso.
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