22 febbraio 2019

22.2.19

Bicarbonato, grazie!

In questa puntata cediamo la linea alla nostra appassionata di cibo @Gustamiblog (gustami) che ci parlerà del mondo che ruota attorno al cibo e delle intolleranze.


Quello che leggerete è dedicato a chi crede di avere delle intolleranze ma in realtà non sa se è vero: vi racconto la mia esperienza personale che non auguro a nessuno.

Nel periodo delle elementari inizio a stare male con una forte dermatite in vari punti del corpo. I miei genitori, di quella tipologia che si fida dei medici, decidono di farmi controllare dalla testa ai piedi finché incontrano un medico che, vedendo che risultavo intollerante un po’ a tutto, inizia a sollevare la dannata ipotesi che potessi essere celiaca.


Cosa succede se rischi di essere celiaca nella Sicilia di 30 anni fa con due genitori rigidi?
Nemmeno hai tempo di capire cosa ti stia accadendo che sei già a dieta, hai la tua “pasta speciale” (pasta senza glutine dal sapore discutibile) e ti tolgono tutti gli alimenti per poi reintegrarli nel tempo (mesi).

Cosa mi ricordo di quel periodo?
Che mangiavo solo “pasta speciale”, agnello, polenta in bianco (niente abbellimenti come salsiccia o sughi), coniglio e riso. A 7 anni è decisamente impegnativo e deprimente e comunque lo sarebbe anche per un adulto. Saltuariamente mangiavo di nascosto dei dolci, ma venivo puntualmente scoperta e rimproverata.


Cosa mi è mancato in quel periodo?
I pranzi settimanali a casa delle mie compagne di classe, perché ai tempi la “pasta speciale” valeva oro e si comprava solo in farmacia. Per cui, tristemente, mentre tutte si godevano un pasto condiviso, io tornavo a casa e mangiavo ciò che la dieta mi imponeva. 

Come si è risolto?
Bene, non sono celiaca: ho una fastidiosa dermatite atopica che peggiora se abuso alcuni alimenti, ma ad oggi mangio quasi tutto e non ne faccio un problema se non nelle fasi acute. Con alcune eccezioni. L’importante è che la polenta sia solo con la salsiccia e il sugo, che non vi siano conigli in giro per la cucina e che l’agnello sia preferibilmente sotto forma di arrosticino; il riso invece è stato l’unico alimento che non mi ha dato nausea dopo quel periodo e che ho sempre apprezzato.


Cosa ho imparato?
Che è una fortuna stare bene e non bisogna millantare intolleranze per moda o tendenza perché questo può nuocere in diversi modi a chi sta male veramente. Oggi sicuramente c’è una sensibilità diversa verso la celiachia, così anche nei confronti di molte altre intolleranze o allergie, ed è più semplice scoprire se effettivamente si ha o no questo problema. Per me questa esperienza così dura è stata preventivamente terapeutica e sicuramente sarà per questo che sono così innamorata e incuriosita dalla cultura del cibo. Ho capito che per stare bene devo mangiare (e bere) bene e che è una fortuna non dover rinunciare in maniera coatta ad alcuni cibi. 

Cosa vuol dire?
Che prima di convincerci che stiamo male è necessario sottoporsi a tutti gli opportuni controlli. Tutto il resto è solo una questione di reflusso e bicarbonato.

Credits: GustamiBlog
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Instagram: cassandra81

Nota: vi ricordiamo che abbiamo proclamato Febbraio mese infoatac-free.
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